Vita e opere di Quintiliano
Introduzione
Per parlare della vita e delle opere di Quintiliano dobbiamo introdurre la divisione che all'epoca, durante l'età dei Flavi, c'era della scuola. Apuleio divideva la formazione in: ludus litterarius, ludus grammatici e ludus rhetoris. Il primo corrisponde alla scuola primaria e garantisce l'alfabetizzazione, il secondo è l'odierna scuola secondaria in cui il grammaticus impartisce un insegnamento linguistico letterario. Il terzo infine rappresenta le attuali scuole superiori o i primi anni di università, dove gli studenti apprendono la retorica sotto gli insegnamenti del rhetor. V.
Vita di Quintiliano
Marco Fabio Quintiliano nacque a Calagurris Iulia Nasica nel 35 nella Hispania Tarraconensis. Studiò a Roma entrando in contatto con vari intellettuali, in seguito ritorna in Spagna dove esercita la professione di avvocato e di maestro di retorica. Nel 68 torna a Roma sotto la dinastia flavia proseguendo le sue due professioni e conquistando sempre maggiore prestigio, grazie alle sue abilità e alla sintonia con i programmi politici di Vespasiano che proponevano: la restaurazione dei mos maiorum, più efficienza amministrativa e riforme scolastiche. L'imperatore lo incarica, nel 78, di dirigere una scuola di retorica per far rivalutare questa disciplina, punto di riferimento morale e della cultura tradizionale romane e, al tempo stesso, per formare una nuova classe dirigente. Oltre a ricevere un lauto stipendio, riceve anche la fama di primo insegnante pubblico di Roma. Durante gli anni di insegnamento, allievi di buone speranze come Plinio il Giovane e Tacito, sono suoi alunni. Nel 88 decide di ritirarsi dalla professione attiva dedicando i suoi ultimi anni alla letteratura e alla stesura della sua opera più importante: L' "Institutio oratoria".
Institutio oratoria
L'opera, iniziata intorno al 90 e conclusa nel 96, è strutturata in forma di trattato. È suddivisa in 12 libri ed è dedicata a Vitorio Marcello, padre di un bambino di nome Geta. Quintiliano identifica in questo bambino e in tutti i suoi studenti il destinatario della sua opera: i giovani promettenti di Roma i quali, per divenire l'élite di una società in profonda trasformazione, hanno bisogno di una formazione nuova e approfondita. Questa formazione deve essere l'insieme di istruzione ed educazione morale. Questo modello è offerto dalla retorica. Quintiliano partecipa al dibattito sulla decadenza della retorica con il "De causis corruptae eloquentiae", un saggio andato perduto. Nell'opera di Quintiliano sono presenti due excursus, il primo sulla storia della retorica ed il secondo sulla storia letteraria.
La sua "riforma"
Per Quintiliano all'interno del sistema scolastico ci sono dei difetti da colmare con una "riforma". Questa riforma è descritta nell'"Institutio oratoria", opera destinata alla formazione dell'oratore. Questi deve essere dotato delle migliori qualità culturali e morali, una figura ideale come quella proposta da Cicerone nel "De oratore". La novità di questa riforma risiede in un fatto singolare: Il cittadino-oratore a cui fa riferimento Quintiliano non deve esercitare le sue abilità retoriche nei tribunali o in politica, ma deve mettere il suo sapere al servizio di professioni apolitiche nella corte imperiale. Quintiliano sostiene un concetto fondamentale: quello della parità di opportunità culturali; per lui tutti sono, per natura, potenzialmente capaci di imparare ed usare la propria intelligenza, e dunque sono in grado di raggiungere la perfezione rappresentata dall'oratore ideale.
Una nuova professionalità docente
Scuola e insegnanti, per Quintiliano, svolgono una mediazione tra natura e società in quanto è affidato all'insegnante il compito di trasformare le potenzialità innate di ogni alunno nel patrimonio culturale che ne farà un buon cittadino. Per questo motivo Quintiliano elenca in dettaglio i requisiti che l'insegnante deve possedere.
L'invenzione della pedagogia
Quintiliano inventa la "pedagogia". Cos'è la pedagogia? È la progettazione della pratica educativa. È il primo a capire la peculiarità dei processi di apprendimento nei singoli studenti e nelle varie fasce d'età. Egli dà una serie di consigli e raccomandazioni:
- Utilizzare il gioco come strumento per favorire l'apprendimento. - Lasciare ai bambini la libertà di "osare sopra le righe" per dare sfogo alla loro creatività.- La scuola pubblica sviluppa nei bambini la socialità e la competitività. La più decisa innovazione rispetto alle pratiche educative correnti nel mondo antico è il rifiuto della violenza e delle punizioni corporali considerate inutili.
Il criterio dell'emulazione
Tra i vari criteri didattici proposti da Quintiliano ai fini dell'apprendimento, è ricorrente quello dell'imitazione delle forme linguistiche e stilistiche di autori considerati come modelli a cui ispirarsi. Ma l'imitazione di Quintiliano non è la ripetizione acritica di un modello, quanto più una personale rielaborazione. Quindi il criterio di imitazione viene sostituito da quello di emulazione.
La storia della letteratura
Nel libro X, Quintiliano traccia una sorta di storia della letteratura greca e latina, passando in rassegna i principali autori e valutandoli secondo le loro potenzialità didattiche. La sua rassegna costituisce la prima storia letteraria dell'antichità classica. L'elenco è suddiviso nei due blocchi dei greci e dei latini secondo i vari generi, prima poetici e poi in prosa.