Vita e opere di Alessandro Manzoni
Introduzione
Alessandro Manzoni (1785-1873), milanese di nascita, trascorre la sua vita tra Milano e Parigi. Considerato uno degli scrittori più importanti del XVIII secolo, noto ai più per essere l'autore dell'opera i "Promessi Sposi" con il quale ha gettato le basi per il romanzo moderno. La sua iniziale formazione neoclassica si mescola a quella di ispirazione romantica e cattolico-liberale. Oltre che precursore del romanzo moderno a lui è riconosciuta la rottura delle unità aristoteliche di tempo e di spazio in campo teatrale.
Ottiene numerosi successi politici e accademici ma nonostante questo i probemi familiari e di salute lo conducono a un progressivo isolamento dalla vita letteraria, fatta eccezione per i contatti epistolari che mantiene con gli intellettuali francesi del tempo e con Goethe.
Gli anni della formazione
Manzoni comincia a scrivere giovanissimo, complici anche gli ambienti politici e culturali milanesi che gli permettono di arricchire la sua educazione classica avvenuta in collegio. Dopo gli studi (1801) fa ritorno infatti a Milano dove entra in contatto con Vincenzo Monti e Ugo Foscolo oltre che con Francesco Lomonaco e Vincenzo Cuoco, intellettuali esuli dal Regno di Napoli che influenzano le sue idee politiche. Nel 1801 compone "Il trionfo della libertà" di chiara ispirazione liberale. Nel 1805 si reca a Parigi presso la madre dove compone il carme "In morte di Carlo Imbonati", dedicato al defunto compagno della madre. Nella capitale francese incontra intellettuali di ispirazione illuministica. Sempre a Parigi compone un poemetto dal titolo "Urania" (1809).
Gli anni della maturità
Il matrimonio con Enrichetta Blondel (1808), calvinista, e la sua conversione al cattolicesimo, consentono a Manzoni un riavvicinamento alla fede. Da questa occasione nascono gli "Inni sacri"(1815), una raccolta di componimenti che prevedeva la celebrazione delle più importanti festività religiose. Dei dodici inni iniziali Manzoni ne porta a compimento solo cinque: La Risurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione, La Pentecoste. Nel 1819 scrive anche un trattato apologetico intitolato "Osservazioni sulla morale cattolica". L'anno seguente termina la tragedia "Il conte di Carmagnola" e la "Lettera a Monsieur Chauvet sulle unità di tempo e luogo della tragedia", considerata uno dei più importanti testi di poetica riguardanti il teatro. Nel 1821 si dedica alla stesura di odi di argomento storico-patriottico: "Marzo 1821" e "Il cinque maggio" per la morte di Napoleone. L'anno successivo pubblica "Adelchi", un'altra tragedia. Tra il 1821 e il 1823 compone il "Fermo e Lucia" pubblicato nel 1827 con il titolo definitivo di "Promessi Sposi".
I Promessi Sposi
Considerato il primo vero romanzo italiano, "I Promessi Sposi" può essere definito romanzo storico, perché appartenente al genere misto, di storia e d'invenzione. I modelli di Manzoni furono i contemporanei inglesi e francesi. Esistono tre diverse versioni: una prima rimasta manoscritta, una seconda del 1827 e un'ultima e definitiva uscita tra il 1840 e il 1842.
Esso si presenta come la riscrittura di un manoscritto settecentesco. L'epoca in cui è ambientato è il Seicento e il luogo il Ducato di Milano governato dagli spagnoli. La trama prevede che Renzo e Lucia, due giovani, si innamorino e decidano di sposarsi. La loro unione viene però ostacolata da Don Rodrigo, signorotto del luogo, il quale arriva a minacciare il curato che deve celebrare le nozze. Don Rodrigo infatti, per una scommessa con il cugino Attilio, si è deciso a conquistare la bella Lucia. Dopo molte peripezie alla fine i due giovani innamorati riescono a convolare a nozze.
Nella narrazione i due protagonisti compiono un vero e proprio percorso di formazione passando da semplici contadini a persone in grado di ragionare sulle esperienze vissute. Il narratore della storia è onnisciente e interviene spesso con giudizi, osservazioni e chiarimenti. Le tematiche principali presenti sono la storia (storia milanese del XVII secolo), la giustizia e la provvidenza. Attraverso questo romanzo, che si può definire educativo, Manzoni mescola l'utile al piacevole facendo emergere la propria visione cristiana della vita.
Le tragedie
Un punto centrale nella produzione di Manzoni è costituito dalla riflessione sul teatro. Come già ricordato, nel 1820 presenta "Il conte di Carmagnola" rifiutando l'osservanza delle unità aristoteliche di tempo e di luogo. Secondo Manzoni, infatti, l'artista deve essere libero di scrivere le proprie tragedie senza regole restrittive. Oltre a questo, il teatro, deve avere una funzione educativa.
"Il conte di Carmagnola" e "Adelchi" rappresentano i due capolavori manzoniani in campo teatrale. La prima tragedia è incentrata sulla figura di Francesco Bussone, conte di Carmagnola e capitano di ventura al servizio della Repubblica di Venezia. Essa viene accolta positivamente dalla critica e il suo protagonista viene esaltato come esempio di generosità.
La seconda tragedia racconta gli ultimi tre anni della dominazione longobarda in Italia. I protagonisti sono Adelchi, figlio di Desiderio e re dei Longobardi, e la sorella Ermengarda, ripudiata da Carlo Magno. Il padre desiderio è deciso a vendicare la figlia e non ascolta i prudenti consigli del figlio Adelchi che morirà invocando la pace.
In entrambi i componimenti la funzione del coro è quella di dare spazio alla riflessione dell'autore sugli eventi rappresentati.
Gli ultimi anni
Dopo il 1827 Manzoni matura il distacco dalla poesia e dal romanzo storico. L'autore preferisce dedicarsi a studi filosofici e storici e lavora alla revisione linguistica dei "Promessi Sposi". Scrive alcuni saggi incentrati sulla lingua italiana.
In tarda età continua a essere una figura cardine dell'Italia, ammirato al punto che nel 1860 viene nominato senatore del Regno d'Italia. Si spegne nella sua città natale nel 1873.