Usi e costumi in Italia nel XVIII secolo
Introduzione
Il 1700 fu un periodo cruciale per la storia dell'Europa e in particolare per quella del nostro bel paese, in quanto si potevano già intravedere i primi sprazzi di moderna ribellione e patriottismo che avrebbero poi portato all'unità d'Italia. Il nostro territorio era già da quel periodo fonte di ispirazione per gli intellettuali di tutta Europa, affascinati da quello che era un vero e proprio crogiolo di paesaggi e culture differenti che convivevano insieme. In questa guida cercheremo di vedere più da vicino quelli che erano gli usi e costumi in Italia nel XVIII secolo, spostando il focus anche sul loro stile di vita, credenze e abitudini.
La struttura della società
La società settecentesca italiana era ancora divisa in classi sociali sebbene i vari ceti non fossero più del tutto statici ma iniziavano a diffondersi i primi casi banchieri, imprenditori e liberi professionisti che riuscendo a fare fortuna, potevano comprarsi un titolo nobiliare. Al vertice dei molti stati in cui era divisa la penisola c'era un re straniero o un reggente locale (es. Il Granduca di Toscana), collegato in ogni caso a una delle grandi potenze europee, come gli Asburgo o la casa regnante francese. Attorno ai governanti gravitava poi una composita schiera di conti, marchesi, duchi e via dicendo. Al di sotto della nobiltà c'era la borghesia la cui influenza e potere variavano a seconda delle regioni.
L'economia e l'alimentazione
L'economia dei vari stati era molto fragile in quanto piccola, chiusa con dazi doganali elevatissimi. Paradossalmente, il volume di scambi era maggiore con gli altri paesi europei che con i vicini nella penisola. L'agricoltura era la principale attività di sostentamento, ma all'inizio del secolo si ebbero diverse carestie che portarono a una modifica delle tecniche, all'epoca molto arretrate, e soprattutto dei prodotti coltivati. Così se nella pianura padana prosperarono risaie e mais (con conseguente diffondersi della malattia della pellagra), nei regni meridionali erano grano e derivati a dare sussistenza alle classi più povere. Ovviamente simili problemi non erano avvertiti dalla nobiltà che poteva beneficiare di una dieta molto più variegata. Una piccola curiosità in materia di culinaria: la pasta secca, come i maccheroni, erano il cibo dei poveri, mentre i nobili mangiavano solo pasta fresca e all'uovo.
L'educazione e lo svago
Nel 700 i giovani nobili già dall'età di sei o sette anni venivano affidati a dei precettori privati che si occupavano della loro formazione e i rapporti con la famiglia erano molto radi. I giovani economicamente più sfortunati venivano affidati invece ai conventi dei gesuiti che fornivano loro un'educazione di impronta cattolica. L'età matrimoniale nel XVIII secolo si alzò leggermente rispetto ai secoli precedenti, arrivando fino ai 16 anni, e c'erano molte differenze tra le ragazze di buona famiglia che solitamente venivano date in sposa subito dopo l'uscita dal convento in cui si erano formate senza aver avuto prima contatti col mondo, e le popolane che già da piccolissime coi frutti del proprio lavoro, cercavano di mettere insieme una piccola dote che era il lasciapassare per un matrimonio di fortuna. Anche gli svaghi differivano molto a seconda dei ceti d'appartenenza: mentre i nobili trascorrevano il loro tempo libero a caccia di fagiani, pernici, cervi, lupi e volpi, i meno abbienti si dilettavano solitamente in gare di forza e di prestanza fisica.
Le credenze
L'Italia, sebbene ancora disomogenea territorialmente era già prettamente unita nella fede cristiana che era molto forte e radicata. Presenziare alle funzioni religiose era considerato un dovere morale e sociale di tutti i cittadini senza in questo caso distinzioni tra le varie classi sociali. Nonostante ciò erano diffuse superstizioni e credenze arcaiche il cui ricordo si tramanda ancora oggi specie nei paesi più piccoli dell'entroterra italiano. Ad esempio i mancini erano visti in maniera del tutto negativa e si costringevano i più piccoli ad usare la mano destra con la forza. Anche coloro che avevano lentiggini e capelli rossi erano guardati malamente, specie nell'Italia del sud. Il rito del malocchio era già praticato in buona parte del paese.