L'economia dei vari stati era molto fragile in quanto piccola, chiusa con dazi doganali elevatissimi. Paradossalmente, il volume di scambi era maggiore con gli altri paesi europei che con i vicini nella penisola. L'agricoltura era la principale attività di sostentamento, ma all'inizio del secolo si ebbero diverse carestie che portarono a una modifica delle tecniche, all'epoca molto arretrate, e soprattutto dei prodotti coltivati. Così se nella pianura padana prosperarono risaie e mais (con conseguente diffondersi della malattia della pellagra), nei regni meridionali erano grano e derivati a dare sussistenza alle classi più povere. Ovviamente simili problemi non erano avvertiti dalla nobiltà che poteva beneficiare di una dieta molto più variegata. Una piccola curiosità in materia di culinaria: la pasta secca, come i maccheroni, erano il cibo dei poveri, mentre i nobili mangiavano solo pasta fresca e all'uovo.