Introduzione
Il concetto in gran parte cristiano secondo cui i poteri religiosi e politici nella società sono chiaramente distinti, rappresentano la sostanziale differenza tra gli stati politici e quello della chiesa. Prima dell'avvento del cristianesimo, separati ordini religiosi e politici non erano chiaramente definiti nella maggior parte delle civiltà. Nel corso dei secoli ci furono poi diversi pensieri che portarono successivamente alla formazione dell'odierno stato della chiesa che oggi ha sede nel Vaticano. In riferimento a ciò, ecco degli appunti di storia in cui vengono descritte le varie tappe che hanno reso possibile la creazione dello Stato della Chiesa.
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Il potere temporale dei papi
Nel corso del 1° secolo gli apostoli che vivevano sotto un impero pagano, insegnavano il rispetto e l'obbedienza ai poteri governativi affinché questi ultimi non violassero la legge superiore o divina che sostituiva la giurisdizione politica. Gli stessi apostoli e i loro successori vivevano in un periodo in cui il cristianesimo era diventato la religione dell'impero, e l'enfasi sul primato spirituale era ancora più forte. Con il declino dell'Impero Romano d'Occidente, l'autorità civile cadde nelle mani dell'unica classe che era rimasta ossia gli uomini di chiesa. Quest'ultima costituiva l'unica istituzione organizzata e divenne quindi la sede del potere temporale dei papi oltre che di quella spirituale. Nel corso dell'800 sotto l'egemonia di Carlo Magno, l'impero fu restaurato in Occidente, e nel X secolo molti sovrani detenevano il potere in tutta Europa.
Lo spostamento della sede papale
Un periodo di manipolazione politica della gerarchia ecclesiastica e un generale declino dello zelo clericale portarono ad un'azione vigorosa da una linea di papi riformatori, il più famoso dei quali fu Gregorio VII. I secoli seguenti furono segnati da una drammatica e sanguinosa lotta di imperatori e re con i vari papi. Durante il XII e il XIII secolo, il potere papale aumentò notevolmente e nel corso del 13° il più grande studioso dell'epoca ovvero San Tommaso d'Aquino prendendo in prestito la filosofia di Aristotele, aiutò a elevare la dignità del potere civile dichiarando lo stato una società perfetta (l'altra era la chiesa) e un bene necessario. La lotta medievale tra potere laico e religioso raggiunse però il culmine nel XIV secolo con l'ascesa del nazionalismo, e con la crescente importanza degli avvocati sia monarchici che canonici. Numerosi teorici contribuirono successivamente ad inasprire l'atmosfera di controversie e la chiesa rischiò il disastro totale, tanto è vero che si decise di rimuovere tutti i papi da Avignone spostando nel contempo la sede a Roma.
Il riconoscimento dell'autonomia della chiesa
Sotto l'influenza francese e in secondo luogo con il grande scisma si tentò uno sforzo per riportare i papi a Roma, ma nonostante ciò la chiesa non riuscì a risollevarsi e perse tutto il suo carisma in Europa. L'effetto immediato della riforma emanata nello scisma fece quindi diminuire ulteriormente il potere della chiesa. Nel XVII secolo c'erano pochi che credevano che la diversità delle credenze religiose e una chiesa non connessa con il potere civile fossero possibili in uno stato unitario. Le norme religiose comuni erano considerate il principale sostegno dell'ordine politico. Quando le nozioni di diversità di credo e tolleranza del dissenso iniziarono a crescere, non furono generalmente considerate in conflitto con il concetto e il tutto portò al riconoscimento dell'autonomia della chiesa. Oggi quest'ultima è uno stato indipendente con le sue leggi e nessuno può interferire con le sue decisioni.