La seconda guerra punica (218 a. C. - 202 a. C.), per i grandi personaggi che ne furono protagonisti, ossia Scipione l'Africano e Annibale, fu il conflitto che rimase più nella storia. La causa scatenante fu l'occupazione e la successiva distruzione, da parte dei Cartaginesi, guidati dal condottiero Annibale, della città di Sagunto, in Spagna, la quale chiese l'aiuto dei Romani che, perdendosi tra le polemiche sull'intervenire o meno nel conflitto, non riuscirono a dare il proprio contributo per la salvezza. I Romani, guidati da Scipione l'Africano, a seguito del grave fatto, chiesero a Cartagine di sconfessare il condottiero che, non facendolo, dichiarò guerra a Roma. A questo punto, Annibale, con un esercito di 50.000 uomini e 37 elefanti, attraversò le Alpi giungendo in Italia, ottenendo le prime vittorie sulle legioni romane. Nonostante ciò, i Romani, non facendosi trovare impreparati, riuscirono ad isolare completamente Annibale, che nel frattempo non era riuscito nell'intento di ottenere l'aiuto delle popolazioni italiche, e a sconfiggerlo definitivamente nella battaglia di Zama.