Storia: la schiavitù negli USA
Introduzione
La schiavitù in Usa consisteva nell'approvvigionamento di manodopera acquistata in Africa; infatti, gli schiavi venivano impiegati per lavorare la terra e raccoglierne i frutti come il cotone, nelle piantagioni e nelle colonie, senza essere retribuiti. Venivano completamente isolati da ciò che avveniva al di fuori delle piantagioni, perché affacciarsi al mondo esterno li avrebbe potuti portare al confronto tra di loro e allo scambio di opinioni. Lavoravano circa 15 ore al giorno in estate e 14 in inverno, avevano un solo giorno di riposo, la domenica. Dovevano obbedire solennemente ai padroni e nel Nord Carolina chi non rispettava le leggi veniva frustato o addirittura ucciso. Seguite attentamente questa guida che vi parlerà della storia della schiavitù negli USA.
Generalmente la maggior parte degli schiavi erano africani neri e la loro vita apparteneva ai bianchi che li avevano acquistati. Lo schiavismo prese piede soprattutto in zone con terreni fertili dove si praticava la piantagione di tabacco, cotone, zucchero e caffè; in queste piantagioni gli schiavi aravano i campi e si occupavano del raccolto e, il loro lavoro era supervisionato dai sorveglianti che, anche tramite la violenza, si assicuravano che gli schiavi rendessero il più possibile.
Tuttavia, lo schiavismo non è sempre stato però di possesso. Inizialmente nelle colonie si usava una sorta di schiavitù debitoria: si prevedeva un contratto di lavoro e i servitori lavoravano fino ad estinguere il debito nei confronti del loro padrone (che poteva consistere nella somma che aveva pagato per acquistarli, o nella somma che era stata necessaria per farli giungere in America dall'Africa). Una volta estinto il debito il servitore era libero. Ma tra il 1680 e il 1700 lo schiavo iniziò a prendere il posto del servo e il bianco iniziò a stabilire la sua predominanza sulla razza nera, stabilendo quindi che la schiavitù era di tipo razziale.
Tra il 1770 e il 1860, gli schiavi, infatti, iniziavano ad opporsi alla schiavitù attraverso la ribellione e non collaborazione nei lavori; molti cercarono di fuggire negli stati dove la schiavitù era stata ormai abolita per riconquistare la libertà. La questione morale che ormai circondava lo schiavismo portò alla Guerra di secessione americana che con la vittoria degli Stati dell'Unione, contrari, la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti d'America con il tredicesimo emendamento della Costituzione. L'acquisizione della libertà da parte degli schiavi neri, coincide con la Dichiarazione di emancipazione che venne pronunciata dal presidente Lincoln il giorno 1 gennaio 1863. Dopo circa 2 lunghi anni e, precisamente il 18 dicembre 1865, arriva il processo di liberazione degli schiavi.