Storia: la repubblica romana
Introduzione
Per storia della Repubblica Romana si intende il periodo storico in cui la forma di governo adottata da Roma fu la Repubblica. Tale periodo storico va dal 509 a. C. Fino al 31 a. C., quando Ottaviano diede inizio all'Impero. Prima di quell'evento già erano occorsi cambiamenti nella Repubblica, iniziati con Giulio Cesare. Vediamo quindi gli sviluppi della storia della Repubblica Romana, analizzando passo dopo passo tutti i momenti più significativi di questo periodo storico ricco di fascino ed emozioni.
Occorrente
- Atlante geografico
- Testo di Storia Antica
Gli inizi
L'inizio della storia della Repubblica Romana si fa risalire al 509 a. C., quando i Tarquini vennero cacciati dalla città di Roma. In quel periodo, l'Urbe era governata dai re etruschi. L'ultimo di questi regnanti era Tarquinio il Superbo, figura leggendaria e, per certi versi, ancora avvolta in un affascinante mistero. La leggenda ha tramandato di lui un'immagine fatta di abusi, violenze e terrore. Stanchi di ciò, i Romani decisero di ribellarsi con tutte le loro forze alla sua tirannia. Approfittarono dell'assenza del monarca da Roma (durante l'assedio di Ardea) e, conquistati i centri di potere della città, si avviarono alla proclamazione della Res Publica.
Gli anni del consolato
La monarchia a Roma, durata 243 anni, ebbe quindi fine. I primi consoli della storia della Repubblica Romana furono Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino. I consoli detenevano il potere giudiziario ed erano al comando dell'esercito. Il potere religioso e spirituale era invece nelle mani del Pontifex Maximus. Ognuno dei due consoli aveva potere di veto sulle decisioni dell'altro e il loro mandato durava un anno. Esistevano poi altre cariche amministrative, le magistrature, supportate dal Senato (già esistente in epoca monarchica), che forniva pareri vincolanti ai magistrati.
Le lotte con le popolazioni confinanti
Concitati e convulsi sono gli inizi della storia della Repubblica Romana. Oltre alle lotte di potere tra patrizi e plebei, Roma affrontò le popolazioni italiche confinanti. Etruschi, Volsci, Sanniti e altri dovettero nel corso degli anni capitolare. La caduta di Taranto segnò la conquista della penisola italiana da parte di Roma. Questa fase si conclude nel 272 a. C. Anche la resistenza che la Repubblica Romana fu in grado di opporre a tutti gli invasori, fu davvero assai tenace. Anche le valenti truppe del generale francese Oudinot, in quegli anni, vennero messe in fuga, per merito di un'azione guidata che vide come protagonista Giuseppe Garibaldi che, nel frattempo, si era unito alla Repubblica Romana.
Le battaglie con le potenze straniere
Ma non solo: il valente esercito della Repubblica Romana, nonostante organizzato in modo frettoloso, incontrò i nemici in altre battaglie, poi divenute famose, come quelle di Palestrina e Terracina. Intanto l'Austria tentava la penetrazione nel territorio italiano, impossessandosi delle Legazioni Emiliano-Romagnole. Anche gli spagnoli, dal canto loro, occuparono l'Umbria, costringendo al ritiro i Napoletani.
L'espansione nel Mediterraneo
Una volta preso il controllo delle colonie greche dell'Italia meridionale, per Roma giunse il momento di scontrarsi con un'altra potenza egemone del Mediterraneo: Cartagine. All'inizio tra le due città non c'erano ostilità, ma dei trattati di commercio e non interferenza. Con il crescere dei domini di Roma era però inevitabile che gli interessi delle due potenze potessero andare a collisione. Le Guerre Puniche furono il vero banco di prova della Repubblica Romana. Tra il 264 a. C. E il 146 a. C. Le due città combatterono via terra e sul mare in sanguinose battaglie con alterne vicende. Roma rischiò anche di cadere quando Annibale imperversò in Italia. Ci volle il console Quinto Fabio Massimo per sventare la minaccia. Alla fine Roma prevalse e Publio Cornelio Scipione Emiliano invase e distrusse Cartagine: Roma era padrona del Mediterraneo.
La fine della Repubblica
Nel frattempo Roma, grazie alla dirompente forza del suo esercito, aveva allargato i suoi domini fin in Oriente, in Grecia e Asia Minore. Negli stessi anni in cui cadeva Cartagine, la Macedonia diventava provincia romana. Nel periodo successivo una lunga crisi politica interna portò alla caduta della Repubblica. Le riforme proposte dal tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco accesero vari scontri politici con l'aristocrazia. Le tensioni culminarono nella guerra civile tra i consoli Mario e Silla: quest'ultimo prevalse e iniziò a perseguire i "mariani". Tra questi ultimi c'era anche il giovane Giulio Cesare, che quando anno dopo, già console, assumerà il titolo di Dictator (49 a. C.), segnerà il tramonto della storia della Repubblica Romana. L'assassinio di Cesare (44 a. C.) da parte di nostalgici repubblicani non salverà le istituzioni: Ottaviano, nipote di Cesare, nel 31 a. C. Aprirà la strada all'Impero, chiudendo un lungo e glorioso periodo della storia romana.
Consigli
- Studiate la Repubblica Romana leggendo le preziose testimonianze dell'epoca