Nel frattempo Roma, grazie alla dirompente forza del suo esercito, aveva allargato i suoi domini fin in Oriente, in Grecia e Asia Minore. Negli stessi anni in cui cadeva Cartagine, la Macedonia diventava provincia romana. Nel periodo successivo una lunga crisi politica interna portò alla caduta della Repubblica. Le riforme proposte dal tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco accesero vari scontri politici con l'aristocrazia. Le tensioni culminarono nella guerra civile tra i consoli Mario e Silla: quest'ultimo prevalse e iniziò a perseguire i "mariani". Tra questi ultimi c'era anche il giovane Giulio Cesare, che quando anno dopo, già console, assumerà il titolo di Dictator (49 a. C.), segnerà il tramonto della storia della Repubblica Romana. L'assassinio di Cesare (44 a. C.) da parte di nostalgici repubblicani non salverà le istituzioni: Ottaviano, nipote di Cesare, nel 31 a. C. Aprirà la strada all'Impero, chiudendo un lungo e glorioso periodo della storia romana.