La richiesta dei vassalli, che volevano acquistare i feudi, potrebbe sembrare legittima ai nostri occhi ma nel medioevo creò non pochi problemi. Questi furono risolti, almeno all'inizio, da Ottone I, re tedesco della casa di Sassonia. Tramite il suo Privilegium Othonis, il re sassone sancì la superiorità dell'impero su quella del papato, facendo in modo che la scelta del papa e dei vescovi dipendesse esclusivamente dai desideri dell'Imperatore. Ovviamente, con questa strategia, il re poteva controllare tutta la comunità cristiana tramite il vicario di Cristo ma, allo stesso momento, la selezione dei vescovi-conti (che non potevano avere figli) assicurava il ritorno del bene nelle grinfie del sovrano. Tutta la comunità ecclesiastica salutò con disappunto la scelta anche se, con questa innovazione, Ottone promise il rispetto della Promissio Carisiaca, ossia una donazione di terreni alla comunità ecclesiastica che, in precedenza, aveva firmato il re dei franchi, Pipino il Breve, nel 754.
La scelta degli esponenti della Chiesa non dipendeva più dalle doti morali o dalla reale religiosità del candidato ed era adesso diretta conseguenza della fedeltà al sovrano.