Storia: la guerra all'Iraq
Introduzione
La guerra all'Iraq è stata una delle più gravi crisi internazionali della storia recente e ha visto contrapporsi gli Stati Uniti e numerosi loro alleati, prima tra tutti la Gran Bretagna, contro il regime iracheno di Saddam Hussein. Nello scenario successivo agli attentati dell'11 Settembre 2001 alle Torri Gemelle i rapporti già deterioriati tra questi paesi precipitarono nuovamente portando a un nuovo conflitto armato dopo quello che aveva già visto scontrarsi queste forze nel 1991. Il governo americano accusò Saddam Hussein di avere stretti legami con il terrorismo internazionale, di aver aiutato gli autori degli attentati su suolo americano e di possedere un vasto arsenale di armi chimiche, batteriologiche, e nucleari. Per questi motivi l'Iraq veniva indicato come una minaccia per l'intera comunità internazionale e si arrivò alla guerra.
il braccio di ferro diplomatico
Gli Stati Uniti si misero a capo di una vasta e variegata coalizione e dopo aver rovesciato il regime dei Talebani al potere in Afghanistan decisero di fare lo stesso con quello di Saddam Hussein in Iraq. Questa decisione fu presa nonostante un ampio dissenso in merito da parte dell'opinione pubblica mondiale e anche di alcuni loro alleati chiave come Francia e Germania.
I preparativi per la guerra iniziarono già nell'autunno del 2002.
L'11 ottobre 2002 il presidente americano Bush ottenne dal Congresso l'autorizzazione all'uso della forza contro l'Iraq. Nell'inverno tra il 2002 e il 2003 gli Stati Uniti tentarono di ottenere con un'intensa attività di pressione diplomatica l'autorizzazione ad attaccare da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, non avendola ottenuta, il governo statunitense decise di procedere comunque, dichiarando che la diplomazia aveva fallito.
La guerra
La coalizione guidata dagli Stati Uniti lanciò un ultimatum al dittatore iracheno chiedendogli di lasciare il paese rinunciando al potere e poche ore dopo la scadenza e il rifiuto, attaccò il paese.
Il 20 Marzo 2003 le truppe anglo-americane invasero l'Iraq da sud attraversando la frontiera con il Kuwait e avanzarono rapidamente travolgendo con facilità la resistenza del peggio armato e poco motivato esercito iracheno. In poche settimane di combattimenti l'intero paese fu occupato e il regime di Saddam si era dissolto, il primo Maggio il presidente George W. Bush proclamò la vittoria e la fine delle operazioni militari. Il dittatore tuttavia era sfuggito alla cattura e si nascondeva da qualche parte nel paese. Fu catturato solo nel Dicembre successivo, processato due anni dopo e condannato a morte, venne giustiziato il 30 Dicembre del 2006.
Lo scenario post bellico
La fine del regime di Saddam e l'inizio dell'occupazione americana non portarono la pace ma l'inizio di una lunga epoca di guerriglia e caos che ancora oggi sembra non avere una soluzione. Nel Maggio del 2003 una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiese alla comunità internazionale di impegnarsi per la stabilizzazione del paese, la coalizione si allargò con l'ingresso tra gli altri anche dell'Italia. Gli sforzi di pacificare il paese occupato tuttavia si rivelarono vani e le violenze di ogni genere si intensificarono col passare del tempo, con vere e proprie battaglie, innumerevoli attentati e rapimenti. L'instabilità dell'Iraq era aggravata dalle sue divisioni interne politiche, religiose ed etniche. La guerra strisciante si trascinò per anni e al 18 dicembre del 2011, data del ritiro americano dal paese, l'Iraq era tutt'altro che in pace. I diversi governi succedutisi dal 2005, data delle prime elezioni democratiche, avevano fallito nell'obbiettivo di riportare il paese alla normalità.