Giolitti, spinto da interessi politici ed economici e dall'opinione pubblica, riprese la politica coloniale con la guerra in Libia: nel 1911 l'Italia dichiarò guerra alla Turchia e nel 1912, con il Trattato di Losanna, questa cedette la Libia. La più grande riforma democratica dell'età giolittiana fu l'approvazione, nel 1912, di una nuova legge elettorale, che introduceva il suffragio universale maschile, cioè la concessione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi. Due anni più tardi, nel 1914, Giolitti preferì dare le dimissioni: la guerra in Libia e la crisi economica avevano indebolito il suo governo.