Storia: il trattato di Schengen
Introduzione
Il Trattato di Schengen ha come caposaldo l'abolizione di molte frontiere in Europa, garantendo la libera circolazione delle persone, senza necessità dell'esibizione di un passaporto. La sua storia inizia nel 1985 e prende il nome dalla città di Schengen, in Lussemburgo, dove l'accordo fu firmato. La storia del Trattato di Schengen mostra come nel corso degli anni esso abbia subito diverse variazioni nel numero dei paesi aderenti e delle norme che lo regolano. In questa guida vogliamo dunque illustrarvi la storia di questo importante trattato, passando in rassegna le principali tappe della sua evoluzione.
Occorrente
- Manuale di Storia per le Scuole Superiori
L'entrata in vigore
Il Trattato di Schengen, dal nome della località del Lussemburgo dove è stato firmato il 14 giugno 1985, dà vita ad un immenso e rivoluzionario spazio di libera circolazione per le persone. Solo per questo fatto, rappresenta dunque uno degli accordi di pace più significativi e importanti che siano mai stati stipulati tra gli stati sovrani del vecchio Continente. La sua entrata in vigore ha permesso che frontiere storicamente presidiate, invalicabili e insormontabili, venissero gradualmente eliminate. Scompariva così, dopo tantissimi anni, l'immagine di un' Europa "cortina di ferro", come la ebbe a definire in una sua celebre espressione lo statista britannico Winston Churchill al termine della Seconda Guerra Mondiale. Le norme del Trattato entrarono ufficialmente in vigore nel 1995.
Gli obiettivi del trattato
Il primo obiettivo del Trattato di Schengen fu quello di creare un singolo territorio, privo di frontiere, all'interno dell'Europa. Questi accordi furono integrati nel 1990 dalla Convenzione di Schengen, all'interno della quale furono definiti con maggiore dovizia di particolare i punti principali dell'accordo. Le norme del Trattato entrarono in vigore immediatamente dopo la sua ratifica: il principale effetto fu che i cittadini degli Stati firmatari ebbero la possibilità di iniziare a viaggiare liberamente da un paese all'altro senza la necessità del passaporto. La Cooperazione Schengen fu inserita all'interno del quadro legislativo dell'Unione Europea attraverso il trattato di Amsterdam del 1997.
Gli Stati aderenti
Inizialmente l'accordo fu firmato e ratificato da Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Olanda nel 1985. Prima che le frontiere fossero abolite nel 1995, anche la Spagna e il Portogallo aderirono ai contenuti del trattato. Nel 1997 fu la volta dell'Italia e dell'Austria, seguite nel 2000 dalla Grecia. I paesi del Nord Europa, come Norvegia, Islanda, Svezia, Danimarca e Finlandia, aderirono nel 2001. Nel 2007 altri nove Stati europei allargarono ulteriormente il lotto dei paesi firmatari. Ed ecco così l'adesione anche di Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Infine, il Liechtenstein e la Svizzera furono gli ultimi Stati che ne entrarono a far parte: ciò avvenne nel 2008.
Il successivo Trattato di Amsterdam
Il resto è storia recente: attualmente sono ben 26 i Paesi facenti parte dell'area Schengen, la quale copre la maggior parte del territorio europeo. Ventidue di questi Stati sono membri dell'Unione Europea, i rimanenti quattro, invece, non ne fanno parte. Questi paese sono la Svizzera, il Liechtenstein, l'Islanda e la Norvegia. Gli Stati membri cercarono di incorporare tali regole nel contesto legale dell'Unione Europea attraverso il Trattato di Amsterdam. Ben presto, tuttavia, si rese necessario scegliere le disposizioni e le misure già adottate dagli Stati firmatari. Queste si dimostrarono infatti indispensabili se si voleva proseguire una ampia e accettabile formula di cooperazione europea globale. Per ciascuno di questi provvedimenti poi, venne definita la base giuridica corrispondente nei trattati europei.
Il contenuto degli accordi
Passiamo ora a definire il contenuto degli accordi più nel dettaglio. Il trattato offre libertà di movimento a circa 400 milioni di cittadini che, dunque, possono viaggiare nell'area di Schengen liberamente. Per quanto riguarda invece i cittadini non europei, questi possono ottenere un visto al costo di 99 euro per un soggiorno di ampia durata. Le altre principali norme di Schengen includono: regole comuni per chi attraversa i confini esterni all'Unione, incluso l'asilo politico; una potenziata collaborazione delle forze dell'ordine nel perseguimento di soggetti sospetti lungo i confini degli Stati membri; maggiore cooperazione nel combattimento del crimine; armonizzazione delle regole del visto di breve durata che garantiscono il diritto di soggiornare per circa tre mesi. Tutte norme che, di lì in avanti, rappresenteranno veri capisaldi per l'affermazione di regole ancor più democratiche in tutto il continente europeo.