Storia: il patto di Londra
Introduzione
Il Patto di Londra fu un trattato segreto, stipulato il 26 Aprile 1915, tra l'Italia e i governi della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) poco dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale (luglio 1914). Con tale documento, l'Italia tradiva (com'è tipico nella storia della nostra nazione) la Triplice Alleanza di cui faceva parte (insieme ad Austria e Germania) impegnandosi a scendere in guerra contro i propri ex-alleati, in cambio di compensi territoriali. La notizia della sua firma circolò solo ad opera del governo bolscevico russo e a guerra conclusa.
Triplice alleanza
All'inizio della prima guerra mondiale l'Italia era alleata con la Germania e l'Austria-Ungheria, la cosiddetta Triplice Alleanza. Tale Alleanza aveva natura puramente difensiva, conseguentemente allorquando Germania e Austria dichiararono guerra alla Serbia (dopo l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo), l'Italia non scese in guerra a fianco dei propri alleati, in nome appunto della natura difensiva, e non offensiva, del trattato. C'è da dire che l'Austria e la Germania gestirono molto male la vicenda dal punto di vista dei rapporti diplomatici con l'Italia, al punto che il Ministro degli Esteri italiano, Antonino di San Giuliano, apprese gli sviluppi della crisi del luglio 1914 direttamente dalla stampa, anziché, come sarebbe stato logico, dagli ambasciatori austriaco e tedesco.
Neutralisti e interventisti
Nell'estate del '14, l'italia decise, dunque, di rimanere neutrale ma ben presto sia gli alleati che gli avversari si resero conto che l'intervento dell'Italia avrebbe potuto essere decisivo per l'andamento della guerra. L'opinione pubblica italiana si divise fra neutralisti ed interventisti (fra questi ultimi spiccava il giovane, ed ancora poco conosciuto, Benito Mussolini, direttore del giornale socialista L'Avanti). Ovviamente sia gli alleati che gli avversari "corteggiarono" l'Italia per farla scendere in guerra al proprio fianco.
Il trattato di Londra
Il trattato di Londra venne stipulato il 26 aprile 1915. A firmarlo furono: il marchese Guglielmo Imperiali, ambasciatore italiano a Londra; Sir Edward Grey, ministro degli esteri del Regno Unito; Pierre-Paul Cambon, ambasciatore francese a Londra; e il conte Alexander Benckendorff, ministro plenipotenziario (incarico analogo a quello di ambasciatore) dell'Impero Russo a Londra. Per ordine del governo Salandra, il trattato venne mantenuto segreto, senza che il Parlamento italiano ne venisse a conoscenza, in quanto per la maggior parte composto di neutralisti, avversi quindi alla discesa in guerra dell'Italia, fino a quando la notizia venne pubblicata, anni dopo, da un quotidiano russo allo scopo di denunciare i sotterfugi della politica zarista (dopo la Rivoluzione d'Ottobre).
Accordo segreto
Il 26 aprile 1915, dopo aver ricevuto la promessa di significativi guadagni territoriali, l'Italia firma il trattato di Londra, impegnandosi ad entrare nella prima guerra mondiale dalla parte degli alleati.
Con la minaccia di un'imminente guerra incombente nel luglio del 1914, l'esercito italiano sotto la guida dello stato maggiore Luigi Cadorna aveva iniziato a prepararsi per la guerra contro la Francia, secondo l'appartenenza italiana alla Triplice alleanza con la Germania e l'Austria-Ungheria. Secondo i termini di quell'accordo, tuttavia, l'Italia era obbligata a difendere i suoi alleati solo se uno di loro veniva attaccato per primo. Il primo ministro italiano Antonio Salandra giudicò l'ultimatum austro-ungarico in Serbia a fine mese un atto di aggressione, dichiarando che l'Italia era libera dai suoi obblighi di alleanza, ed era ufficialmente neutrale. Nel primo anno di guerra, entrambe le parti, le Potenze Centrali e l'Intesa, come era noto l'asse franco-russo, tentarono di reclutare paesi neutrali tra cui Italia, Bulgaria, Romania e Grecia, per unirsi alla guerra dalla loro parte.
Scontro delle Potenze Centrali
In realtà, la posizione geografica dell'Italia, delimitata da tutte le parti dal mare, e quindi soggetta alle pressioni della grande marina britannica, era incline a favorire l'Intesa. Inoltre, le interazioni passate tra l'Italia e l'Austria-Ungheria erano state guidate più dalla reciproca animosità che dall'alleanza, poiché gli italiani erano stati costretti a cacciare gli austriaci dalla loro penisola per raggiungere l'unificazione nel 1860. Nel fare un'offerta per la fedeltà dell'Italia, le Potenze Centrali si scontrarono con il desiderio della Germania di promettere agli italiani il Trentino (ora occupato dall'Austria) in cambio del loro ingresso nella guerra. Sebbene l'Austria-Ungheria accettò di cedere il Trentino nel marzo del 1915, le scarse prestazioni dell'esercito contro la Russia diedero agli italiani più potere di contrattazione e li indussero a chiedere ancora più territorio.
Vittoria dell'Italia
Nel trattato di Londra era previsto l'intervento dell'Italia accanto alla Triplice Intesa entro un mese. In cambio del sostegno italiano e in caso di vittoria, l'Italia avrebbe ottenuto diversi vantaggi territoriali: sarebbero stati annessi all'Italia, il Trentino, il Tirolo meridionale (attuale "Alto Adige"), la Venezia Giulia, l'Istria (con esclusione di Fiume), parte della Dalmazia, diverse isole del Mediterraneo, Valona e Saseno in Albania e Adalia in Turchia. In conseguenza di questo accordo segreto, la sera del 23 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Impero Austroungarico. Dopo tre anni di guerra, conclusasi vittoriosamente per Francia, Regno Unito ed Italia (col supporto degli americani), il patto non venne completamente rispettato e le potenze vincitrici negarono all'Italia ciò che era stato promesso. Per protesta il Presidente del Consiglio italiano Vittorio Emanuele Orlando abbandonò la conferenza di pace di Parigi. Da questa delusione si rinfocolò, in Italia, il forte sentimento nazionalista che condurrà all'impresa di Fiume, guidata da Gabriele d'Annunzio ed in seguito, alla nascita del Fascismo.