Storia: guelfi e ghibellini
Introduzione
I Guelfi e i Ghibellini, erano le due fazioni opposte nella politica italiana dal dodicesimo secolo fino alla nascita delle Signorie nel quattordicesimo secolo. Le origini dei nomi risalgono alla lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V (1125) tra le casate bavaresi e sassoni dei Welfen (il cui erede designato era Ottone IV) e quella sveva degli Hoenstaufen, signori del castello di Waiblingen (che appoggiavano l'ascesa al trono di Federico II). Successivamente, dato che la casata sveva aveva acquisito la corona imperiale, Federico I Barbarossa, cercò di consolidare il proprio potere nel Regno d?Italia. Qui, non riconobbe l'elezione al soglio pontificio di Alessandro III e fu scomunicato. Il riconoscimento avvenne solo nel 1177. In queste circostanze, si delineò una lotta tra chi appoggiava l?impero (Ghibellini) e chi lo contrastava in appoggio al papato (Guelfi). Nei passi della guida a seguire troverete alcuni appunti di storia riguardanti i Guelfi e i Ghibellini.
Il clima politico nel XII secolo
Tra la fine del dodicesimo secolo e la metà del successivo, si formarono, all'interno di quasi tutte le città, due partes che si schieravano da una parte o dall'altra nella contesa tra papato e Impero. In realtà, le lotte tra i comuni italiani di questo periodo sono riconducibili a due schieramenti: quello filo-svevo, apertamente contro il Papa, e quello filo-angioino, in cui Carlo d'Angiò difendeva le questioni papali. Anche a Firenze nei primi decenni del Duecento esistevano le premesse che stavano portando in tutta Italia alla formazione delle parti. A Firenze, le contese locali trovarono una nuova ragione di scontro in questa lotta. Allora, le due fazioni rivali facevano capo agli Uberti e ai Fifanti. Con la successiva elezione di Federico II, Firenze subì il bando imperiale e, per questo, la città divenne progressivamente guelfa.
I guelfi a Firenze
Per aumentare la propria forza, le città guelfe e quelle ghibelline si unirono in leghe contrapposte. Per questo, a metà del XIII secolo, i comuni guelfi di Firenze e Lucca cominciarono una lunga guerra con la lega dei ghibellini che raccoglieva altre città toscane come: Arezzo, Pisa, Pistoia e Siena. Le battaglie più importanti sono state quelle di Montaperti nel 1260, di Campaldino nel 1289 e di Altopascio nel 1325. In un primo tempo a Firenze erano stati i ghibellini, fedeli all'Imperatore, ad avere la meglio, i quali persero poi sostegno imperiale e si videro costretti all'esilio. Ma anche se a Firenze dominavano i guelfi, col tempo questi si divisero in due gruppi, Bianchi e Neri. I Bianchi, che facevano capo alla famiglia Cerchi, sostenevano il Papa ma non escludevano un possibile ritorno dell'Imperatore, i Neri invece, capeggiati dai Donati, erano completamente a sostegno del Papa, unico ad avere diritto a governare in terra.
La vera natura della lotta tra Bianchi e Neri
In realtà le due fazioni si originavano dalle motivazioni di due diverse classi sociali: i Bianchi erano prevalentemente nobili e conservatori, mentre i Neri erano commercianti, artigiani e liberi professionisti, ovvero, una classe emergente e progressista, diremmo oggi.
I guelfi neri hanno la meglio
Gli scontri interni ai guelfi portarono alla sconfitta dei Bianchi e alla conquista del potere da parte dei Neri. Con il progressivo indebolimento dei ghibellini, molti di loro si ritrovarono tra i guelfi Bianchi. Al culmine della lotta civile interna a Firenze, il comune della città mandò in esilio i capi di entrambe le fazioni. Durante la metà del XIII secolo, soprattutto dopo la battaglia di Benevento nel 1266, in Italia si è assistito ad una irreparabile crisi della fazione ghibellina, che ormai non poteva contare più sul principale appoggio, cioè la casata di Svevia, iniziata con Federico Barbarossa e conclusasi tra il 1266 ed il 1268 (dopo le battaglie perse da Corradino e Manfredi di Sicilia).
La caduta dei ghibellini
Alla crisi dei ghibellini corrispondeva la crescita dei guelfi, militarmente sostenuti da Carlo I d'Angiò, re di Napoli e dai diversi Papi. Con la cacciata dei ghibellini da Firenze, dopo la vittoriosa battaglia di Colle Val d'Elsa nel 1269, questi vennero cacciati dai principali comuni del Nord e Centro Italia. Nell'Italia medievale le città guelfe per tradizione erano: Milano, Bologna, Ancona, Brescia, Napoli, Fermo, Cremona, Firenze, Faenza, Alessandria, Perugia, Padova, Lucca, così come gli Este di Ferrara, i Malatesta di Rimini, i Fieschi di Genova. Di tradizione ghibellina, quindi filo-imperiale, erano comuni come: Siena, Forlì, Gubbio, Mantova, Urbino, Verona, Pisa, Modena, Parma, Como e le famiglie come i Visconti di Milano, gli Uberti e Lamberti di Firenze, i Salimbeni e Buonconti di Siena. Lo spostamento della lotta politica da interna alla città a esterna, cioè tra le città, portò lentamente alla formazione delle signorie.