Il romanzo è la storia di una ragazza, Maria, che rimane orfana e viene chiusa in convento dall'età di sette anni ed è destinata a farsi suora di clausura per l'impossibilità del padre, poverissimo, di provvedere al suo mantenimento. Nel 1854, però a causa di un'epidemia di colera la ragazza, diciannovenne può brevemente ricongiungersi con la famiglia a Monte Ilice dove il padre vive con gli altri figli e la nuova moglie. Nei mesi trascorsi a casa la ragazza ha un rapporto epistolare con un'altra educanda, Marianna, che a sua volta si trova dai parenti durante l'epidemia. La ragazza vive la lontananza dal convento come un momento di grande libertà, tanto da confondere il distacco della matrigna per una forma di benevolenza, sebbene il periodo sia sempre velato dal pensiero angoscioso del ritorno in convento. Sempre per via dell'epidemia, a valle si è trasferita la famiglia Valentini, e Maria si trova spesso a frequentarne i figli coetanei. Fra feste e balli, Maria fa amicizia con la figlia annetta e si scopre a provare un sentimento di amore nei confronti di Nino, l'altro giovane Valentini. Maria, consultandosi con Marianna per lettera confonde il sentimento d'amore con l'angoscia, ma al tempo stesso scopre di pensare che il suo destino non sarebbe quello di farsi suora, e la situazione peggiora quando Nino le fa sapere che ricambia il sentimento d'affetto. La matrigna preoccupata dalla prospettiva di trovarsi in casa la figliastra le fa pressioni affinché torni al più presto in convento per iniziare il noviziato, imponendole anche un isolamento in casa per evitare problemi e ripensamenti. Maria cade in una depressione profonda che le intacca anche la salute. Con la fine dell'epidemia i Valentini tornano a Catania, ma quando Nino cerca di passare a salutare per l'ultima volta Maria questa sviene per riaversi il giorno dopo e trovare la rosa lasciata dal ragazzo, ormai sciupata dalla notte.