In conclusione ricordiamo che nelle città russe il costo della vita, rispetto al livello prebellico, era cresciuto del 700%; i salari degli operai delle industrie tra il 1913 e il 1917, vennero triplicati, ma rimasero comunque al di sotto dei prezzi, che aumentavano senza posa. Inoltre mancavano i più elementari generi di prima necessità (pane, legna, carbone), sicché la fame e il freddo si facevano prepotentemente sentire, specie nei centri urbani. A Pietrogrado, dove la situazione era particolarmente grave, il 23 febbraio 1917 si ebbero le prime manifestazioni, col pretesto di celebrare la festa della donna (8 marzo): ricordiamo che il calendario russo era sfasato di 13 giorni rispetto a quello occidentale (detto gregoriano), e che solo nel 1918 esso venne adeguato al sistema di datazione utilizzato nel resto d'Europa.