Referendum costituzionale: come funziona
Introduzione
Il termine referendum si identifica in quel mezzo democratico, con il quale i cittadini possono intervenire su questioni istituzionali o politiche, esprimendo la propria opinione in merito alla validità o meno del quesito proposto. In Italia, il primo esempio di esercizio della democrazia diretta, attraverso tale strumento, si tenne il 2 giugno del 1946 quando i cittadini furono chiamati a scegliere tra repubblica e monarchia. Il referendum costituzionale, invece, è stato indetto in due occasioni: nel 2001 in cui si chiedeva la modifica del Titolo V della Carta Costituzionale e nel 2006 in merito alla modifica della seconda parte del Documento. In questa guida andremo a spiegare in modo semplice e corretto come funziona il referendum costituzionale.
Come funziona il referendum costituzionale
Ogni forma di referendum è regolata da precisi articoli, che prevedono casi specifici o eccezioni di applicabilità che richiedono una approfondita analisi, nello specifico, vedremo come funziona il referendum costituzionale. Dal nome stesso si deduce che quest'istituto giuridico, si applica esclusivamente alle leggi che propongono la modifica o l'integrazione di articoli della Costituzione già esistenti. Lo scopo dunque è quello di chiedere agli elettori di confermare o meno una legge di revisione costituzionale o una legge costituzionale, approvata precedentemente dal Parlamento ma non ancora promulgata dal Presidente della Repubblica.
Diverse tipologie di referendum
La Costituzione italiana, prevede diverse tipologie di referendum che in base allo scopo può essere di tipo: propositivo, quando si propone una nuova legge, consultivo i cittadini sono chiamati ad esprimere il proprio parere circa una determinata questione politica, abrogativo per eliminare una legge già esistente, deliberativo riguarda delibere comunali, provinciali o regionali. Secondo l'iter giuridico italiano, tali atti devono essere adottati da ciascuna Camera attraverso due delibere. Se l'approvazione avviene con la maggioranza dei 2/3, non si creano gli estremi per richiedere il referendum, se invece le Camere raggiungono solo la maggioranza assoluta (cioè il 50% più 1) le leggi possono essere sottoposte a referendum, entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Domanda per avviare l'iter referendario
La domanda per avviare l'iter referendario, può essere presentata da 1/5 dei membri di una Camera, oppure da 500.000 elettori o da 5 Consigli regionali. Non esistendo un quorum (numero minimo di votanti) da raggiungere, la legge entra in vigore qualora la maggioranza dei votanti avranno votato a suo favore.