Ortografia: l'uso corretto di accenti ed apostrofi
Introduzione
Come tutti noi ben sappiamo, l'ortografia e la grammatica italiana sono tra le più complesse che si conoscano, almeno all'interno dell'Unione Europea. L'italiano è una lingua difficile sia per gli stranieri, che per i piccoli italiani che affrontano per la prima volta le regole di questo idioma. Le regole sono tante, ed a causa di ciò tanti sono anche gli errori che vengono commessi. Ad esempio, è importante insegnare agli "apprendisti" quale è l'uso corretto di accenti ed apostrofi. Per questo motivo ho deciso che, in questo semplice e breve (ma anche interessante ed utile) articolo, vi illustrerò passo per passo qual è l'uso corretto di accenti ed apostrofi. Per fare ciò, evidenzieremo insieme gli errori più comuni e le distrazioni più diffuse nell'ortografia italiana.
Le forme abbreviate
Tra gli errori che comportano un uso non corretto degli apostrofi, ci sono le forme abbreviate. Partiamo da "ché": questa particella richiede l'accento solo se è nella forma abbreviata di "perché" (alle volte, raramente, anche abbreviazione di "affinché"). Invece, in tutti gli altri utilizzi, è corretto l'uso di "che" senza accento, come congiunzione o come sostantivato: non è che un amico, che non si faccia male, che ne so io?, ho conosciuto una signora che, la giostra non è un gran che (oppure, esiste anche "granché", che in ortografia italiana è corretto). Ricordiamo poi che "po'" con l'apostrofo è l'abbreviazione di "poco" (un po' di sale), mentre "Po" senza apostrofo fa riferimento al nome proprio del fiume padano.
Le congiunzioni e gli articoli
Vediamo le più comuni congiunzioni e gli articoli: ricordiamo che "là" e "lì" sono gli avverbi di posizione nel momento in cui sono abbinati ad un accento. Al contrario, "la" è articolo determinativo, senza accento, e "li" è il pronome atono. "Né" è una congiunzione (non voglio sapere né sentire); l'uso corretto di "ne" nudo, invece, senza accento o apostrofo, è quello di pronome oppure di avverbio. Parliamo poi di "sé", che con l'accento acuto indica il pronome, che risulta essere sempre tonico. "Se" senza apostrofo o accento, invece, indica il pronome atono. Esiste una poco diffusa forma, "se'" con apostrofo, che è una abbreviazione di "sei".
Le preposizioni e gli avverbi
Vediamo preposizioni ed avverbi: "sì" è l'avverbio, con accento, mentre "si" nudo è il pronome, nonché la nota musicale. "Dà" con accento grave è il verbo presente indicativo di "dare", mentre senza apostrofo o accento abbiamo "da", la preposizione. L'imperativo richiederebbe l'apostrofo "da'" (abbreviazione di "da"), ma queste forme non sono molto accolte nella grammatica ed ortografia italiana.
Altri aggettivi ed articoli
Tra le forme più sbagliate dell'uso di apostrofo, troviamo sicuramente l'aggettivo (o anche pronome) "quale". L'ortografia italiana richiede che, quando abbinato alla forma coniugata alla terza persona singolare del verbo essere al presente, si scriva "qual è", senza alcun apostrofo. Questo perché non si tratta di un'abbreviazione, poiché qual esiste di per sé. Ricordiamo che "un" è articolo che richiede l'apostrofo solo se precede nomi femminili che iniziano con una vocale. Ricordiamo che "poiché" e "perché" chiamano un accento acuto, mentre "cioè" e "caffè" richiedono un accento grave.
Altre forme diffuse
Vediamo, infine, altre forme diffuse che richiedono accenti acuti o gravi. Innanzitutto, troviamo "di'" che è imperativo coniugato del verbo "dire", mentre "dì" con accento fa riferimento al giorno solare (il dì e la notte formano il giorno di ventiquattro ore). "Te" senza accento o apostrofo è un pronome (ecco a te la lettera), mentre "tè" è un'alternativa di "the" o "thè", nome comune di cosa della bevanda.