Mitologia greca: Achille

Di: Anna M.
Tramite: O2O 29/04/2019
Difficoltà:media
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Introduzione

La mitologia greca abbraccia un insieme di racconti e leggende che riguardano gli dei e gli eroi, e si diffonde tra il IX e l'VIII secolo a.C., quando comparvero l'Iliade e l'Odissea di Omero, e la Teogonia di Esiodo. La mitologia greca presenta alcuni aspetti caratteristici: gli dei hanno sembianze e sentimenti umani e, differentemente da fedi antiche come induismo o ebraismo, non include rivelazioni o dottrine spirituali. Inoltre, non proponeva alcun testo sacro o sovrastrutture ufficiali. Stando al folclore, gli dei greci abitavano sul monte Olimpo, in Tessaglia, dove erano organizzati secondo una società gerarchizzata coerente ai loro poteri e facoltà, oltre a potersi muovere liberamente nel mondo. In Grecia, la mitologia si mescolava insieme agli aspetti della vita e la sua principale funzione consisteva nel mettere in risalto la debolezza umana che si contrapponeva alle imponenti e terribili forze della natura. Dunque, attraverso la narrazione dei vari miti, gli umani potevano migliorarsi e comportarsi bene nella vita, sottraendosi a sbagli inutili che sarebbero stati aspramente puniti dagli dei. Un'affascinante storia che la mitologia greca offre, riguarda la figura di Achille e rappresenta uno dei miti più ricchi e antichi. Continuate la lettura per scoprirne di più.

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Occorrente

  • Manuale di storia e letteratura greca
  • Manuale di mitologia greca
  • Iliade
  • Siti web
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Gli anni dell'infanzia

Achille era un semidio in quanto era figlio di Peleo, un mortale, e Teti, una dea marina. La madre, per renderlo invulnerabile, lo immerse nel fiume Stige tenendolo per un tallone. Il bambino divenne invincibile, ad esclusione di quel punto: si parla, infatti, di "tallone d'Achille" per indicare la debolezza di una persona. Il padre affidò Achille al centauro Chirone che risiedeva sul Monte Pelio affinché lo educasse e lo crescesse al meglio. Divenuto bambino, Achille cominciò a esercitarsi nella caccia e ad addestrare cavalli. Imparò, inoltre, la pittura, il canto e a suonare la lira, mentre Chirone gli insegnò a disprezzare i beni materiali e la menzogna, a essere moderato e a resistere alle passioni deleterie e al dolore. Veniva nutrito con midollo di leone e cinghiale per acquisire forza e coraggio, e con midollo di cerbiatto e miele per divenire scattante e persuasivo. Dal precettore Fenice, apprese l'arte dell'eloquenza e il corretto uso delle armi. Ebbe come amico l'inseparabile Patroclo.

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Gli anni della giovinezza

Quando Achille aveva nove anni, Calcante, un veggente che aveva tradito i Troiani per schierarsi dalla parte degli Achei, predisse che Troia non avrebbe potuto essere conquistata senza l'ausilio del giovane. Nonostante la profezia, per scampare agli orrori della guerra, Teti sottrasse il figlio a Chirone e gli trovò rifugio presso l'isola di Sciro, vestendolo come una donna, dove rimase per nove anni. Durante questo tempo, Achille si innamorò di Deidamia, una delle figlie di Licomede, re di Sciro, la sposò ed ebbe da lei un figlio, Pirro, chiamato successivamente Neottolemo. Intanto, le voci dell'importante ruolo di Achille nella guerra di Troia arrivarono anche a Odisseo, il quale decise di giungere a Sciro per requisire il giovane guerriero, riuscendo nel suo intento. Achille sa di essere destinato a vita breve, ma decide di affrontare ugualmente la battaglia con assoluto disprezzo del pericolo. Al momento della partenza, Teti consegnò all'eroe un'armatura divina, dei cavalli e Mnemone, un consigliere che avrebbe avuto il compito di metterlo in guardia dai pericoli e ritardarne, così, la tragica e prematura fine.

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Gli anni della guerra

Denominato "pie' veloce", Achille è l'eroe principale dell'Iliade, il poema epico di Omero che narra gli anni della guerra di Troia. Era il più valoroso dei Greci, tanto che il solo apparire delle sue armi portava i Troiani a scappare. Dopo un litigio con Agamennone, re dell'Argolide e capo supremo degli Achei che gli ha sottratto la schiava Briseide, Achille si apparta nella sua tenda e rinuncia a combattere, consentendo ai Troiani di primeggiare. Ogni tentativo di pacificazione si rivela vano e solo quando i Troiani giungono alle navi greche e stanno per incendiarle, Achille cede alla richiesta del caro compagno Patroclo di prestargli le armi per poter respingere i nemici. Patroclo mette in fuga i Troiani, ma poi, accecato dal successo, si spinge troppo oltre e cade preda di Ettore. La morte dell'amico è un duro colpo per Achille, il quale medita vendetta. Svanita l'ira, accetta la resa di Briseide insieme ai ricchi doni che Agamennone gli porge, e torna a combattere con le nuove armi che Efesto gli forgia. Ettore lo affronta senza paura, ma viene ucciso e il suo corpo viene trascinato senza pietà intorno alle mura di Troia. Nonostante la determinazione, Achille mostra rispetto e compassione per Priamo, padre di Ettore e re di Troia, quando questi si reca da lui nottetempo, per donargli il riscatto per il cadavere del figlio. Pensando a quello che potrebbe provare suo padre Peleo, Achille si commuove e restituisce a Priamo il figlio.

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La morte di Achille

Come pronosticato da Ettore in punto di morte, Achille fu in seguito ucciso da Paride con un dardo avvelenato al tallone destro. Secondo altre versioni, Apollo guidò la freccia lanciata da Paride e, in altre ancora, viene detto che Achille, mentre scalava le porte di Troia, fu trafitto dalla freccia avvelenata. In base a diverse fonti, quando Achille fu colpito a morte, Glauco, guerriero della Licia che combatteva per i Troiani, tentò di impossessarsi del corpo: egli scagliò la sua lancia contro Aiace Telamonio, che proteggeva il corpo di Achille, ma essa riuscì solo a graffiare lo scudo. Aiace, per tutta risposta, gli scagliò contro la sua lancia, uccidendolo e tenendolo lontano dai Troiani, consentendo a Odisseo di caricare Achille sul carro e di portarlo via. Nell'Etiopide di Arctino di Mileto, Achille, dopo il decesso, viene raffigurato come ancora vivo sull'isola dei Serpenti presso la foce del Danubio. Un'altra versione racconta che Achille si innamorò di Polissena, principessa di Troia, chiedendola in sposa al padre Priamo, il quale era consenziente. Mentre Priamo era indaffarato nei preparativi per lo sposalizio, Paride, che avrebbe dovuto rinunciare a Elena se Achille avesse sposato la sorella Polissena, nascosto tra gli arbusti, scagliò la freccia che avrebbe messo fine al semidio ed eroe acheo. Achille fu arso e le sue ceneri furono messe nella stessa urna che conservava quelle di Patroclo e di Antiloco, figlio di Nestore.

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