Max Weber: il pensiero in pillole

Tramite: O2O 28/06/2015
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Introduzione

Max Weber è stato un economista, filosofo e sociologo tedesco, nato ad Erfurt nel 1864 e morto a Monaco di Baviera il 14 giugno 1920.  Negli anni in cui opera la concezione di alcune discipline del sapere cambia completamente volto: psicologia, sociologia, antropologia culturale e pedagogia smettono di essere considerati studi umanistici e diventano vere e proprie scienze, seppure fondate sul metodo empirico.  In questo articolo analizzeremo le linee guida del suo pensiero in pillole, pur tenendo conto che un autore e studioso del genere merita sicuramente un'analisi più approfondita, magari con uno studio diretto dei suoi stessi testi, per essere compreso al meglio.

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Fondamentale per la formazione di Weber è sicuramente l'opera di Karl Marx, morto circa mezzo secolo prima: le opere dell'autore de "Il Capitale" si erano in quel lasso di tempo largamente affermate in tutta Europa, e per Weber fu praticamente inevitabile confrontarsi con il pensiero del suo predecessore. Da questi riprese il concetto di capitalismo, seppur riadattandolo in chiave moderna, ma respinse la concezione materialistica della storia e attribuì minore importanza al conflitto di classe, rifiutando di fatto due importantissimi pilastri del pensiero di Marx.

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Weber afferma che per studiare dinamiche sociali e processi storici bisogna soffermarsi sui singoli individui: tutti i fatti sociali sono una diretta conseguenza di pensiero e comportamento di questi ultimi; su questo presupposto si basa la teoria del paradigma dell'azione, che adotta dunque un approccio microscopico. Il paradigma della struttura, invece, viene da Weber categoricamente rifiutato: questa visione infatti prevede una maggiore concentrazione sul tutto, ovvero sull'insieme delle individui e delle loro interazioni; in questo tipo di approccio, sostenuto da Durkheim, la società viene prima degli individui e i fatti sociali possono essere spiegati solo ed esclusivamente con altri fatti sociali.

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Infine, un ultimo aspetto di cui tener conto e che è alla base della filosofia di Weber è quello di idealtipo: attraverso questa formulazione Weber descrive le caratteristiche di un determinato fenomeno sociale partendo dagli eventi storici, che in un secondo momento vengono poi astratti in modo che il fenomeno sociale resti libero dalla cornice storiografica che lo imprigionava. In questo modo si forma un tipo ideale di fenomeno da comparare con i casi storici concreti.

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