Lingua tedesca: i complementi
Introduzione
La lingua tedesca fa parte delle lingue indoeuropee e, oltre ad essere la lingua nazionale della Germania, viene utilizzata anche in altre nazioni del centro dell'Europa, come il Belgio, l'Austria, il Lussemburgo e la Svizzera. Ma anche nella nostra penisola esiste una zona dove il tedesco è la lingua ufficiale, oltre a quella italiana: la provincia autonoma dell'Alto Adige / Süd Tirol. Non a torto, la lingua tedesca viene considerata, per quanto riguarda la grammatica, una delle lingue germaniche più articolate. Ciò è da ricondursi alla presenza di casi e di declinazioni di sostantivi e di aggettivi che ne derivano. Nella lingua tedesca infatti, così come nel latino d'altra parte, ogni singolo caso esprime precisi complementi; esamineremo tale caratteristica, in modo più particolareggiato, qui di seguito.
I quattro casi
In tedesco i nomi, gli articoli, gli aggettivi ed i pronomi, oltre che relativamente al genere ed al numero, vengono declinati anche in base al caso. Nella fattispecie, il tedesco prevede quattro casi: il nominativo, il genitivo, l'accusativo e il dativo. Il primo viene utilizzato per esprimere un soggetto e tutto ciò che gli si riferisce all'interno di una proposizione, sia essa attiva che passiva. Invece, attraverso il genitivo, viene espresso il complemento di specificazione, caso richiesto in particolare da alcune preposizioni. Il dativo esprime il complemento di termine e, attraverso alcune preposizioni, anche il complemento di agente, di stato, sia nel tempo che nello spazio, e di strumento. Infine, l'accusativo è il caso che viene utilizzato per esprimere il complemento oggetto e i complementi attraverso i quali si esprime il movimento, sia nello spazio che nel tempo.
Il nominativo e l'accusativo
Il nominativo è il caso con cui si esprime il soggetto di una frase mentre con l'accusativo si esprime il complemento oggetto. Per esempio se voglio dire "Io ti amo", dirò "Ich liebe dich" dove "Ich" è nominativo e "dich" è accusativo. Al contrario, "tu mi ami" si dice "Du liebst mich", con "Du" nominativo e "mich" accusativo. La stessa cosa avviene se uso dei nomi. "Il cane ama la luna" si dice "Der Hund liebt den Mond" mentre "La luna ama il cane" sarà "Der Mond liebt der hund". Si noti che in questo caso la declinazione si è sviluppata nell'articolo. Se ci fosse stato anche un aggettivo anche quello sarebbe variato. Ad esempio "il bel cane ama la luminosa luna" è "Der schöne Hund liebt den hellen Mond" mentre "la luminosa luna ama il bel cane" è "Der helle Mond liebt den schönen Hund".
il genitivo
Il genitivo serve per evidenziare il complemento di specificazione, cioè il possesso. "Il cane dell'insegnante" si dice "der Hund des Lehrers". Nell'evoluzione della lingua tedesca, soprattutto nel tedesco parlato, l'utilizzo del genitivo ha la tendenza a scomparire sempre di più e ad essere sostituito dalla costruzione von + il dativo.
il dativo
Il dativo serve ad evidenziare il complemento di termine. Ad esempio: "il cane dà un fiore al cavallo" si dice: "Der Hund gibt dem Pferd eine Blume". Al contrario: "il cavallo dà un fiore al cane" sarà: "Das Pferd gibt dem Hund eine Blume".
"Dem Pferde" e "dem Hund" sono accusativo, "der Hund" e "das Pferde" sono nominativo e "eine Blume" è sempre accusativo.
La declinazione dell'articolo
Come abbiamo visto, di solito ciò che viene declinato è l'articolo ed eventualmente (se presente) l'aggettivo. Sarà utile ricordare la declinazione degli articoli, come segue:
(nominativo - genitivo - dativo - accusativo)
maschile: der - des - dem - den
femminile: die - der - der - die
neutro: das - des - dem - das
plurale: die - der - den - die .
la declinazione del sostantivo
Il sostantivo non si declina mai, tranne che nel genitivo singolare e nel dativo plurale, dove si trasforma rispettivamente con l'aggiunta di una "s" e di una "n" terminali.esempio:
"L'insegnante" = "der Lehrer"
"il libro dell'insegnante" = "das Buch des Lehrers"
"i bambini" = "die Kinder"
"ho dato la torta ai bambini" = "Ich gab die Kindern den Kuchen"
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Consigli
- Imparare sempre i sostantivi insieme all'articolo che li accompagna, in modo da ricordarne il genere