Fra le crociate "di mezzo" va ricordata la quinta (1217-1221) iniziata con un patto fra i crociati e il sultano selgiuchide: mentre i crociati si sarebbero diretti a sud, le truppe del sultano avrebbero mosso, invece, le loro forze verso le zone siriane, con un attacco su due fronti. Ma a seguito delle numerose devastazioni cristiane il sultano, intenzionato a punire la violazione dei patti originari, aprì le dighe del Nilo, la cui piena mise fine ad ogni avanzata.
Dopo otto anni di tregua la sesta crociata (1125-1247) riprese con la scomunica dell'imperatore di Svevia Federico II (per aver differito di troppo l'impresa ed esser venuto a patti con il sultano) e il successivo scontro con le truppe pontificie. Fra tutte le crociate la sesta fu la sola a terminare diplomaticamente con un accordo pacifico, a prova della grande apertura culturale dell'imperatore e del suo filoislamismo.
La settima crociata (1248-1268) fu guidata invece dal nuovo re francese, che inizialmente forte della presa di alcune città, dopo una serie di resistenze indebolite dallo scoppio di alcune epidemie si vide costretto a ritornare in patria, ma solo dopo la cattura e la successiva liberazione.