La società sovietica si basava su alcuni concetti radicalmente diversi dal mondo occidentale. La dittatura non permetteva certe libertà garantite in molti paesi NATO, e chiedeva a tutti i suoi cittadini di lavorare e contribuire allo stato in qualche modo. In cambio, si impegnava a provvedere a tutte le loro necessità, dalle più impellenti alle più frivole, con risultati non sempre buoni.
La fine della guerra fredda significò il crollo dell'intero sistema comunista nell'Europa dell'Est. La circolazione delle persone non veniva più limitata come prima, furono indette libere elezioni e poterono essere garantite libertà fino ad allora solo sperate.
Purtroppo, la fine della dittatura comunista significò anche il dissesto della struttura sociale in molti paesi. Molti organi statali e funzionari si ritrovarono da un giorno all'altro senza più autorità, e la società dovette riorganizzarsi. Ad esempio diversi stati, uniti durante la guerra fredda, si divisero: la Jugoslavia cessò di esistere, e di lì a poco furono scatenate sanguinose guerre e pulizie etniche. La Cecoslovacchia, unita prima della seconda guerra mondiale ma sotto il mantello sovietico dal 1945, si divise in Repubblica Ceca e Slovacchia.
È degna di nota l'ascesa degli oligarchi in molti paesi ex-URSS, persone che hanno sfruttato il vuoto statale per arricchirsi e aumentare il proprio potere all'interno dello stato. In molti paesi la classe politica appare corrotta ancora oggi, a causa delle instabilità economiche e sociali e all'ascesa degli oligarchi.