Le conseguenze della caduta del fascismo in Italia
Introduzione
Le conseguenze della caduta del Fascismo in Italia furono dapprima molto gravi visto che coincidevano con le conseguenze di una guerra catastrofica che fu la Seconda Guerra Mondiale. Il Fascismo cadde ufficialmente nel 1943 con l'arrivo degli Alleati (anglo-americani) in Sicilia per proseguire poi verso il centro Italia, dove Mussolini rifiutò di abbandonare la guerra e venne così sfiduciato e fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele III. Venne poi eletto Badoglio, che firmò il 3 settembre del '43 l'armistizio con gli Alleati. Vedremo di seguito le conseguenze che ebbe sull'Italia la caduta del Fascismo.
Le conseguenze economiche
La guerra terminò ufficialmente nel 1945, e il Dopoguerra italiano vide l'economia in condizioni enormemente gravi, con le produzioni scese del 60%, i prezzi aumentati, i trasporti inutilizzabili, abitazioni, ponti e ferrovie e strade distrutti dai bombardamenti. L'Italia a questo punto era divisa in due: al Nord iniziavano le lotte sociali per la ricrescita dell'economia; al Sud iniziava a farsi spazio la malavita e i commerci clandestini.
Le conseguenze politiche
Le conseguenze politiche furono molteplici e portarono decisivi cambiamenti su quello che sarebbe stato il futuro dell'Italia. Furono inizialmente creati nuovi partiti, quello socialista, quello comunista, la Democrazia Cristiana, appoggiata dalla Chiesa, e il Partito d'Azione. Si fa spazio fino ad arrivare al comando Ferruccio Parri, del Partito d'Azione, che si impegna a favorire le piccole-medie aziende e a tassare le Grandi Imprese, ma i moderati si oppongono e Parri decade dal comando. Ci sale Alcide de Gasperi della Democrazia Cristiana e il 2 giugno del '46 si proclamano le elezioni per l'Assemblea Costituente, dove per la prima volta viene permesso alle donne di votare, e il suffragio fu affollatissimo per votare tra Monarchia o Repubblica.
L'approvazione della Costituzione
Nel frattempo, Vittorio Emanuele III abdica il trono al figlio Umberto II, ma alle elezioni vince la Repubblica e il nuovo re va dritto in esilio. Nel periodo che va dal '46 al '48, la DC si afferma come primo partito, scrive la Costituzione e riorganizza l'economia secondo i modelli occidentali. DC, socialisti e comunisti iniziano a governare assieme e il presidente della Repubblica diventa Enrico de Nicola. Il primo gennaio del 1948 entra in vigore la Costituzione, vengono formati Parlamento e Camere, a cui venne affidato il potere legislativo e la scelta di un Capo di Stato con mandati di sette anni.
Il patto con gli Alleati
Dopo il '48, il DC vince le elezioni e viene eletto Capo di Stato Luigi Einaudi, che prova a rilanciare l'economia italiana con inasprimenti fiscali e la svalutazione della lira per favorire le esportazioni. Così venne firmata la pace tra Italia e Alleati dove l'Italia si doveva impegnare a rinunciare alle colonie, a pagare multe salate di riparazione e a ridurre gli armamenti. Trieste venne divisa in due parti: la parte A la occupavano gli Alleati e la parte B venne data agli Iugoslavi. Nel '54 verrà ufficializzata l'appartenenza della parte B agli Iugoslavi e la parte A ritornò all'Italia. In quest'anno l'Italia aderisce al Patto Atlantico.
La ricostruzione dell'Italia
La ricostruzione dell Italia non fu facile perché le maggiori città italiane erano state distrutte dalle bombe, le produzioni erano scese e il debito era altissimo. Venne deciso in quel momento in Europa di attuare il Piano Marshall, prendendo ispirazione allo stesso modello statunitense per la ricostruzione di tutta lo Stato. Anche l'Italia guadagnò dal piano Marshall e la ripresa fu molto rapida fino agli anni '60.