Introduzione
Una delle lingue più studiate nei licei, seppur considerata morta, è il latino. Questo idioma è utilissimo per sviluppare un metodo di ragionamento valido da applicare anche in ambiti completamente differenti. Andando più nello specifico, il latino è una lingua flessiva, in cui le parti variabili del discorso sono soggette a mutamento nelle desinenze che indicano la funzione di ogni parola all?interno della frase. Se la radice di un vocabolo ne esprime il significato base, la desinenza dà informazioni grammaticali, indicando numero, genere e funzione logica. Quando la flessione riguarda nomi, pronomi e aggettivi si parla di declinazione. Le declinazioni latine sono 5, analizziamone insieme le caratteristiche.
Occorrente
- Libro di grammatica latina, studio e memorizzazione
Prima declinazione
Se in italiano la funzione logica di una parola nella frase viene specificata con l?uso dell?articolo, della preposizione articolata e attraverso una differente posizione, in latino essa è espressa da sei casi diretti o obliqui: il nominativo, il genitivo, il dativo, l?accusativo, il vocativo e l?ablativo, solo poche volte accompagnati da preposizioni. Il nominativo è il caso del soggetto e del nome del predicato, il genitivo del complemento di specificazione, il dativo esprime principalmente il complemento di termine, l?accusativo il complemento oggetto, il vocativo il complemento di vocazione, l?ablativo i complementi di allontanamento e origine, di mezzo e strumentali, di causa. D?agente, di luogo e numerosi altri. La prima declinazione si caratterizza per l?uscita in ?a del nominativo singolare, e in ?ae del genitivo singolare. Comprende principalmente nomi di genere femminile, pochi nomi maschili e nessun nome neutro, presenta alcune particolarità e un elenco di pluraia tantum, da imparare a memoria, non seguendo essi alcuna regola prestabilita.
Seconda declinazione
La seconda declinazione comprende molti nomi maschili e neutri, pochi nomi femminili. Ha la particolarità di avere il nominativo singolare con la desinenza in ?us per la maggior parte dei nomi maschili e dei pochi femminili, in -er o -ir per alcuni maschili come puer e vir, in ?um per i neutri. Tutti al genitivo singolare escono in ?i. Le desinenze dei nomi in ?us al singolare. Nei nomi in ?er e ?ir nominativo e vocativo singolare hanno le terminazioni particolari, appunto in ?er e ?ir, mentre tutto il resto è uguale ai nomi in ?us. Se la prima declinazione è considerata la più semplice, la seconda, insieme alla terza, è tra quelle più comuni.
Terza declinazione
La terza declinazione è molto eterogenea e comprende la maggior parte dei sostantivi maschili, femminili e neutri. Ha varie terminazioni al nominativo singolare e sempre la desinenza ?is al genitivo singolare. I nomi si dividono in tre gruppi e ognuno ha le sue desinenze particolari. Durante i secoli questa è la declinazione che più di tutte ha subito variazioni causate, nel primo medioevo, dalle parlate volgari in europa.
Quarta e quinta declinazione
Della quarta declinazione fanno parte sostantivi maschili e femminili che escono in -us e sostantivi di genere neutro che, invece terminano al nominativo singolare con -u. L'ultima declinazione, infine, comprende nomi femminili e solo due maschili (dies e meridies). Le ultime due declinazioni sono meno frequenti rispetto alle altre, ma non per questo meritano meno attenzione. Un'analisi attenta di queste, infatti, permette di capire meglio alcune particolarità che caratterizzano le prime tre. Buono studio a tutti!
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Consigli
- Per il riconoscimento dei casi occorre sapere anche la forma di accento apposto sulla vocale della desinenza
- Costruitevi uno schema mentale da usare in ogni contesto, dalle versioni alla grammatica.