Latino: usi dell'infinito semplice
Introduzione
Nella lingua latina, esistono tre forme diverse di infinito: presente o semplice (come, ad esempio, Laudare), perfetto (come Laudavisse) e futuro (tra cui Laudaturus e um esse). L?infinito potrebbe svolgere una funzione sia verbale che nominale, all'interno di una proposizione: nel seguente dettagliato ed esplicativo tutorial che troverete esplicato nei passaggi successivi, vi illustrerò gli usi fondamentali dell?infinito semplice e vi aiuterò a riconoscerli abbastanza facilmente, secondo la particolare situazione. Vediamo dunque come procedere.
Occorrente
- Libro di grammatica latina
- Testo di analisi logica
- Vocabolario di lingua latina
L'utilizzo dell'infinito semplice o presente
Con riferimento alle forme nominali dell'infinito semplice o presente, se quest'ultimo svolge il ruolo di sostantivo, esso potrebbe fungere da soggetto, predicato nominale e complemento oggetto: siccome viene considerato sempre come un neutro singolare, dovrete fare molta attenzione nel collegare gli eventuali aggettivi o predicati nominali. L?infinito fungente da soggetto si trova: con i verbi impersonali (interest, opus est, nocesse est, ecc.), in una frase del tipo "Confidere decet" (Avere fiducia è conveniente); con sum e un aggettivo neutro (come "Bonum est discere", che significa "E? bene apprendere". L?infinito semplice esercita il ruolo di predicato nominale, quando il verbo sum ha per oggetto un pronome oppure un altro infinito (ad esempio, "Vivere est cogitare", ossia "Vivere è pensare"). L'infinito viene utilizzato come complemento oggetto con i verbi modali (possum, soleo, ecc.), che si trovano nella frase "Possum bene vivere" (Posso vivere bene).
L'utilizzo dell'infinito come verbo principale
Nel corso di una determinata narrazione, potrebbe succedere che venga utilizzato l?infinito come verbo principale, allo scopo d'impartire un'enfasi maggiore e più drammaticità alle vicende descritte. Precisamente, si parla di infinito storico (detto anche descrittivo oppure narrativo), il quale si identifica semplicemente poiché è indipendente ed ha un soggetto al nominativo: generalmente, esso viene tradotto come un imperfetto, indicando un'azione duratura avvenuta nel passato (come "Catilina saepe hostem ferire", ovvero "Catilina spesso feriva un nemico"). L'infinito semplice viene impiegato con l?accusativo anche sia nelle esclamazioni che nelle interrogazioni e serve per indicare una sensazione di meraviglia, sdegno e sorpresa (come nelle frasi "Esse quemquam tanta audacia praeditum", che significa "Possibile che vi sia qualcuno dotato di tanta audacia" e "Me incepto desistere victam?", ossia "Rinunciare, vinta, alla mia iniziativa?").
L'uso dell'infinito con le preposizioni
Nella lingua latina, la proposizione infinitiva si rende con l?accusativo e il verbo all'infinito: in italiano, essa può essere tradotta nella forma esplicita (che + indicativo o congiuntivo) oppure in quella implicita (di + infinito). L'infinito semplice viene utilizzato quando c'è contemporaneità con la proposizione basilare e l?infinito perfetto indica anteriorità, mentre quello futuro posteriorità: per comprendere meglio, considerate le frasi "Credo te aliquid audire" (Credo tu senta qualcosa), "Credo te aliquid audisse" (Credo tu abbia sentito qualcosa) e "Credo te aliquid esse auditurum" (Credo che sentirai qualcosa). Ci raccomandiamo di memorizzare attentamente le diverse funzioni dell?infinito semplice e vi consigliamo di esercitarvi nella traduzione: attraverso un?adeguata preparazione, riuscirete sicuramente a riconoscere in modo facile le funzioni dell'infinito all'interno di una frase.
L'equivalenza tra infinito latino e italiano
Possiamo in conclusione affermare che l?infinito in latino equivale all?infinito in italiano (esprime quindi un?azione che non fa riferimento ad un soggetto preciso). Pur tuttavia, qualora l'infinito fosse accompagnato da una determinazione che funga da predicato nominale e che è specificamente riferibile all'infinito e non ad un termine particolare, quest'ultima si mette in accusativo. In più c'è da aggiungere che, nelle proposizioni principali, soprattutto nel caso in cui gli eventi narrati acquisiscano i connotati di drammaticità, si utilizza l'infinito storico (o narrativo o descrittivo), in sostituzione del verbo di modo finito. In pratica, questo si utilizza in sostituzione dell'imperfetto o, in casi più rari, del perfetto. Nella lingua italiana si traduce quasi sempre con l'imperfetto indicativo. Questo perché esprime un'azione che ha una funzione di tipo durativo. E ciò lo si riconosce in modo molto agevole, in quanto dispone di un soggetto espresso al nominativo e che riusulta essere indipendente, vale a dire, che non è retto da nessun verbo, sia esso espresso, oppure sottinteso.
Consigli
- Uno studio aprofondito della grammatica ed un continuo esercizio di traduzione sono essenziali per riconoscere le funzioni dell’infinito semplice, all'interno di una proposizione