Ora che abbiamo ben chiari tutti gli elementi teorici riguardanti le proposizioni consecutive latine, vediamo come si procede. Prendiamo un qualsiasi testo in latino e iniziamo ad analizzarlo. Dopo aver sottolineato tutti i verbi, cerchiamo le congiunzioni che introducono le diverse subordinate. Quando incontriamo "ut" o "ut non", bisognerà controllare immediatamente due aspetti. Il primo aspetto è il verbo che segue, quindi controllare che sia al congiuntivo presente, imperfetto o perfetto. Poi occorrerà sempre notare se nella principale vi è o meno la presenza di una delle espressioni correlative. Quest'ultimo elemento, purtroppo, non è sempre presente, ma si può comunque intuire analizzando con dovizia di particolari il significato assunto da tutta la frase. Il rischio è quello di confondere le consecutive con le finali. Ma anche qui possiamo aiutarci con un pizzico di logica. Se infatti abbiamo "ut non", saremo sempre certi che non si tratti mai di una consecutiva. Se abbiamo il congiuntivo imperfetto, siamo altrettanto certi che si tratta di una consecutiva. Se abbiamo "ut" con il congiuntivo presente e imperfetto, invece, possiamo avere una finale o una consecutiva. Se nella principale c'è un'espressione correlativa, sarà sicuramente una consecutiva. Se non c'è, probabilmente è una finale, ma a seconda del senso potrebbe essere una consecutiva.