La seconda guerra d'indipendenza nel 1859

Di: Eva B.
Tramite: O2O 12/05/2017
Difficoltà:facile
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Introduzione

Lo Stato Italiano è il risultato di tre Guerre d'Indipendenza.
Ma per la definizione degli attuali confini si è dovuto attendere la fine della prima guerra mondiale.
Trentino e Venezia Giulia sono entrati a far parte dell'Italia solamente in seguito ai trattati di Parigi del 1919 e 1920.
La seconda guerra di Indipendenza, scoppiata nel 1859, è quella che ha portato il più grande numero di conquiste territoriali.
La prima infatti si concluse con una sconfitta del regno di Sardegna, mentre con la terza si ottenne solo l'annessione al Regno del Veneto e del Friuli.
Giuseppe Garibaldi fu uno dei grande artefice della nascita dello Stato Italiano, grazie alla spedizione che effettuò nel 1860 a capo dei Mille, che ebbe come risultato la liberazione di tutto il meridione, mentre Umbria e Marche rimanevano nelle mani di Vittorio Emanuele.

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I primi passi di Cavour

La seconda guerra d'indipendenza fu preparata e studiata nei minimi termini per ben 10 anni.
A seguito infatti della rovinosa sconfitta avvenuta nel 1849 e all'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele II, come reggente del Regno di Sardegna, divenne subito chiaro che non sarebbe stato semplice affrontare l' esercito austro-ungarico senza un'adeguata preparazione delle truppe e senza alleati.
Per questo motivo il primo ministro piemontese Camillo Benso conte di Cavour, investito del difficile compito di rimediare alla situazione precaria in cui ormai versava il Regno di Sardegna, ritenne necessario cominciare a tessere una fitta rete diplomatica, per ottenere le simpatie, e l'eventuale appoggio, di altri paesi europei.

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L'aiuto alle truppe anglo-francesi

Cavour aveva intenzione di far comprendere a Francia e Inghilterra che le diverse insurrezioni che si verificavano sul territorio italico avrebbero potuto diventare un problema per la stabilità di tutta l'europa.
Nel 1855 il Regno di Sardegna decide quindi di inviare 15.000 uomini a supporto delle truppe anglo-francesi che stavano combattendo contro l'Impero Russo.
Anche se entrò a far parte del conflitto solamente nella sua fase finale, l'azione garantì comunque a Cavour un posto al tavolo delle trattative di pace che si tenne nella primavera del 1856 a Parigi, dove poté approfittare, ancora una volta, di sottolineare che il Regno di Sardegna era sostenitore del movimento liberale, e dove finalmente riuscì a guadagnare la stima di inglesi e francesi.

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L'alleanza con Napoleone III

La sola simpatia e stima reciproca però non bastava: era necessaria un'alleanza forte e sicura.
Napoleone III è stata la scelta più ovvia, visto che aveva tutto l'interesse a vedere diminuito il potere e le zone di influenza degli Asburgo.
Nel gennaio del 1859, a Plombières, Cavour incontrò l'imperatore.
I due presero accordi affinché la Francia, in cambio dell'appoggio al Regno di Sardegna in un eventuale conflitto contro l'Austria, ottenesse i territori di Nizza e Savoia.
A Vittorio Emanuele II sarebbe invece andato il Lombardo-Veneto.

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Il "Casus Belli" e la seconda guerra d'indipendenza

Nel gennaio 1859 Vittorio Emanuele siglò gli accordi presi da Cavour e Napoleone III.
Era necessario però trovare un casus belli, il quale non tardò ad arrivare grazie proprio all'Austria.
Fin dal inizio del 1859 erano giunti in Piemonte, da ogni parte d'Italia, volontari pronti a combattere contro gli Asburgo.
Cavour nel frattempo si stava preoccupando che l'esercito regio venisse adeguatamente addestrato. Gli Asburgo, irritati e insospettiti da tali manovre, inviarono il 19 aprile 1859 un ultimatum al Regno di Sardegna, intimando di disarmarsi.
Cavour, per dare tempo alle truppe francesi di giungere in Italia, rispose all'ultimatum solo all'ultimo momento. Nel frattempo i francesi avvisavano gli austriaci, tramite il loro ambasciatore, che avrebbero considerato come un attacco il varco del fiume Ticino da parte dell'esercito asburgico. Il 27 Aprile 1859 gli austriaci, ritenendo tardive ed insufficienti le ragioni di Cavour, guadarono il fiume Ticino, iniziando così la loro avanzata verso Torino. Dopo solo un mese di scontri, in cui si verificarono gravi perdite in entrambe gli schieramenti, gli austriaci, che stavano avendo la peggio, iniziarono la ritirata. Furono costretti però ad un altro scontro a Magenta, ma anche in questa occasione furono sconfitti. Mentre la guerra infuriava in pianura, Garibaldi e i suoi Cacciatori delle Alpi si dirigevano verso le Prealpi lombarde dove con la battaglia di San Fermo, riuscì a liberare il comasco. A fine giugno i Franco-piemontesi affrontarono gli austriaci a Solferino e San Martino e dopo dieci ore di battaglia ininterrotta costrinsero nuovamente gli austriaci a batter ritirata. Il 9 luglio 1859 Napoleone III firmò a Villafranca l'armistizio che gli Asburgo avevano chiesto, e per il quale avrebbero ceduto al Regno di Sardegna solo la Lombardia. Alla Francia invece andavano, come stabilito, Nizza e la Savoia. Cavour diede quindi le sue dimissioni, mentre per l'annessione del Veneto bisognerà attendere fino al 1866, con la terza guerra d'indipendenza.

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