La Prima Guerra d'Indipendenza in breve
Introduzione
Capire meglio ciò che siamo diventati oggi, le scelte dei nostri avi,, questo è il motivo per cui studiamo la storia; dopotutto, proprio tali scelte hanno decretato il destino e il disegno politico e sociale del nostro paese, l'Italia.
È una lunga tradizione storica non priva di molti momenti difficili che ha forgiato la nostra identità nazionale, rendendola più forte e ben definita, nonostante tutte le divisioni.
Senza dubbio, tra gli eventi più cruciali che hanno segnato il percorso storico del nostro paese possiamo annoverare le Guerre di Indipendenza, che condussero alla riunificazione dello stato italiano e alla liberazione dai domini.
Dunque, ripercorriamo in breve attraverso i pochi e semplici passaggi di questa guida antefatti e fasi salienti dei primi passi dello stato italiano come lo conosciamo oggi. Mettiamoci in marcia e parliamo della "Prima guerra d'indipendenza"!
Il contesto storico
La così detta "Prima guerra d'indipendenza" ha inizio durante il periodo storico definito Risorgimento e precisamente il 1948, anno caratterizzato da moti rivoluzionari in Italia e in tutta Europa.
Tali moti, come i precedenti che avevano segnato il 1820/21 e il 1830/31, erano finalizzati a ottenere innanzitutto di posizioni meno conservatrici da parte dei governi monarchici vigenti: prima tra tutte le richieste una costituzione che prevedesse una rappresentaza popolare.
Componente da non sottovalutare è il grande malcontento popolare che animava queste sollevazioni e al quale si aggiunse in seguito, grazie alle diverse visioni di uomini come Mazzini, Cattaneo e Gioberti, l'ideale di un'Italia unita (Se desiderate approfondire le diverse visioni dell'Italia unita, vi rimando al link di approfondimento "I diversi pensieri riguardo l'Italia unita!"
Ora, vediamo nel dettaglio l'antefatto più importante...
Il 48
In Itali, le insurrezioni delle città contro il dominio austriaco furono frequenti, durante il 48, la prima ribellione avvenne in Sicilia, il 12 gennaio, poi a Napoli dove Ferdinando II fu addirittura costretto a chiedere l'intervento dell'esercito austriaco.
Data cruciale è il 17 Marzo 1848 che segna la sollevazione di Venezia: iniziata come una protesta per la liberazione dei prigionieri politici (tra cui il leader democratico Manin), ben presto la manifestazione acquisì una connotazione politica e dopo soli 5 giorni venne proclamata la rinascita della Repubblica di Venezia. Gli avvenimenti preoccuparono il vice governatore di Milano, tanto che decise di costituire una guardia civica di soldati austriaci per presidiare la città, a comando di essa il maresciallo Radetzky. Nonostante questo, la popolazione insorse tra il 18 e il 22 Marzo 1848, durante le, così chiamate, "Cinque Giornate di Milano". Al termine del conflitto le truppe straniere furono allontanate dalla città e il maresciallo Radetzky dovette rifugiarsi nelle "fortezze del Quadrilatero" (Mantova, Peschiera, Verona e Legnago).
La guerra
Carlo Alberto di Savoia, Re del Regno di Sardegna, pur essendo endo ben consapevole che il suo esercito fosse impreparato a un combattimento, il 23 marzo 1848 interviene al fianco degli insorti lombardi contro l'Austria. Questo anche per le pressioni di personaggi influenti tra cui Cavour, che ricoprirà un ruolo fondamentale nell'avvento della futura Italia.
Inoltre, Carlo Alberto godeva dell'appoggio di Ferdinando II, re di Napoli, di Leopoldo II, duca di Toscana e del papa Pio IX.
L'entrata in guerra dello stato sabaudo segna l'inizio della "Prima Guerra di Indipendenza", cui parteciparono anche reparti volontari provenienti da tutta Italia. Ad esempio, i reparti toscani che bloccarono un'offensiva austriaca a Curtatone e a Montanara, sconfiggendo poi definitivamente i nemici a Goito.
Gli abitanti dei Ducati padani, della Lombardia e di Venezia, tra maggio e luglio 1848 votarono per l'annessione al Regno di Sardegna. La situazione cambiò drasticamente quando, il 29 aprile, Pio IX dichiarò di non voler partecipare a una guerra contro un Paese cattolico come l'Austria. Di conseguenza, il Regno delle Due Sicilie, lo Stato Pontificio e la Toscana ritirarono le proprie truppe, indebolendo in modo determinante l'esercito piemontese, che fu costretto alla resa e alla firma dell'armistizio il 9 Agosto 1848.
Conseguenze e conclusioni
In Piemonte divenne quindi capo del Governo Vincenzo Gioberti, che si impegnò per rilanciare l'iniziativa sabauda. A causa dei suoi fallimenti, il governo Gioberti venne presto sostituito da quello Chiodo-Rattazzi, che il 20 Marzo 1849 decise di rompere l'armistizio con l'Austria iniziando una seconda fase militare.
Neppure questa fu però coronata dal successo: infatti, dopo soli 3 giorni, il 23 Marzo le truppe piemontesi capitolarono a Novara. La sera stessa Carlo Alberto abdicò a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Il giorno successivo fu proprio lui a firmare l'armistizio definitivo con l'Austria detto Armistizio di Vignale. Con esso, il Piemonte rinunciò a ogni pretesa verso la Lombardia e si impegnò a effettuare congrui risarcimenti militari nei confronti dell'Austria.
"La prima guerra di indipendenza" è, come è emerso da questo breve riassunto, uno dei momenti più difficili e violenti della storia italiana, che ne fu enormemente influenzata: infatti molte decisioni ed eventi delinearono il futuro assetto del nostro paese.
Se ancora desiderate approfondire l'argomento, vi consiglio l'intervento dello storico Alessandro Barbero, linkato qui sopra. Vi auguro quindi di godere appieno questa pagina di storia, così importante per la nostra identità! Alla prossima
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Consigli
- Tentate di schematizzare gli avvenimenti principali