Dante incontra il famoso personaggio della mitologia classica nel XXVI canto ed è collocato nell'VIII bolgia dell'VIII cerchio. È costretto a rimanere immerso nelle fiamme, insieme a Diomede, colpevoli di aver escogitato il tranello del cavallo di Troia, di aver smascherato Achille a Sciro, il quale, per sfuggire alla guerra che, secondo la profezia, lo avrebbe ucciso si era travestito da donna, e di aver compiuto il furto del Palladio. Inoltre l'eroe e il suo equipaggio, mentre tornavano ad Itaca, avevano osato oltrepassare le colonne d'Ercole. Dopo mesi di navigazione comparve loro, in lontananza, la montagna del Purgatorio ed improvvisamente furono puniti per la loro temerarietà da Dio con un turbine che colpì l'imbarcazione ponendo fine al follo volo. Ulisse, se da un lato rappresenta l'eroe della conoscenza che fino alla fine ha inseguito il desiderio di vedere e sapere le cose del mondo come massima realizzazione della natura umana, dall'altra può essere considerato il simbolo dell'abuso e dell'insufficienza dell'ingegno umano a raggiungere la verità. Il desiderio di conoscenza in lui, infatti, non è illuminato dalla Grazia divina e per questo, quando oltrepassa il limite invalicabile posto da Dio viene punito.