L'estetica di Benedetto Croce
Introduzione
Benedetto croce nacque a Pescasseroli il 25 febbraio del 1866. È stato un filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore italiano, nonché anche il principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano ed esponente del neoidealismo. Fu un uomo influente soprattutto dal punto di vista della critica letteraria grazie alla sua rivista intitolata "La Critica", punto di riferimento culturale nella prima metà del 1900. Il discorso estetico di questo filosofo italiano prese forma da una netta opposizione al positivismo comtiano e al marxismo del 1800. Questo ricavò gli ideali di Giambattista Vico, Georg Wilhelm Friedrich Hegel e Francesco De Sanctis sulla metafisica idealistica. Le maggiori opere di Benedetto Croce sono "Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale" (1902), "Problemi di estetica" (1910) e "Nuovi saggi di estetica" (1920). Secondo la propria teoria estetica, il linguaggio si unisce alla poesia in quanto forma di espressione spirituale. L'estetica di Benedetto Croce si articola in tre punti basilari, i quali verranno spiegati nei passaggi successivi di questo articolo.
Occorrente
- Tesi di Benedetto Croce
- L'Estetica, del 1902
La concezione dell'arte
La genesi della riflessione sull'estetica risale ad una memoria del 1893 intitolata La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte. Nel testo l'arte e la storia vengono definite entrambe come "rappresentazione della realtà", ma Croce distingue tra conoscenza di ciò che è meramente possibile (l'arte) e di ciò che è veramente accaduto (la storia). Nelle Tesi e nell'Estetica del 1902 l'arte viene identificata con la conoscenza intuitiva, distinta da quella concettuale o logica. Benedetto Croce scrive che "la conoscenza ha due forme: è o conoscenza intuitiva o conoscenza logica; conoscenza per la fantasia o conoscenza per l'intelletto; conoscenza dell'individuale o conoscenza dell'universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è insomma, o produttrice di immagini o produttrice di concetti".
Il senso originario del termine estetica
Affermando la tesi secondo cui l'arte è conoscenza intuitiva, Benedetto Croce si riallaccia al senso originario del termine estetica, intesa come autonoma "scienza della sensibilità" e contemporaneamente si ricollega alla concezione kantiana dell'Estetica trascendentale esposta nella Critica della ragion pura. Parimenti a Kant, anche in Croce l'estetica si differenzia dalla logica, e l'intuizione dal concetto; se però nella Critica della ragion pura intuizioni e concetti si integrano a vicenda, nell'elaborazione crociata la sfera estetica rimane autonoma rispetto alla logica: vi sono infatti intuizioni "pure", mentre non si può dire il contrario, in quanto non c'è pensiero logico o azione morale che possa prescindere da intuizioni e sentimenti.
Il ruolo dell'arte
L'arte è principalmente intuizione ed espressione. Essa è molto diversa dalla filosofia, in quanto la filosofia è "pensamento logico delle categorie universali dell'essere, e l'arte è intuizione irriflessa dell'essere; perciò laddove la prima oltrepassa e risolve l'immagine, l'arte vive nella cerchia di questa come in un suo regno". Da questo derivano una serie di conseguenze per quanto riguarda lo statuto dell'artista, dell'opera d'arte e del bello naturale. In primo luogo Croce afferma che l'arte differisce quantitativamente e non qualitativamente dalle comuni intuizioni. Tutte le intuizioni potenzialmente sono arte e la differenza tra le intuizioni dell'uomo comune e quelle del genio artistico non è di natura, genere, qualità, ma di grado, quantità, ed estensione. L'Estetica deve ricondurre l'arte al complesso della vita spirituale e dell'attività teoretica, rimettendo in discussione ogni gerarchia precostituita e ogni canone tradizionale. Le opere d'arte sono sostanzialmente immagini interiori, esistono solo "nelle anime che lo creano e lo ricreano".
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Consigli
- Se volete andare nel dettaglio dell'estetica di Benedetto Croce, acquistate un buon libro di filosofia.