Introduzione alla filologia italiana
Introduzione
La Filologia è un complesso di studi che, muovendosi in vari settori e avvalendosi di differenti strumenti investigativi, aspira a una completa ed esauriente comprensione del testo stesso. Basandosi sempre su un attento esame critico di testi, documenti e testimonianze, comprensione che deve passare anche da una precisa collocazione storico - culturale, proponendosi in alcuni casi una totale ricostruzione di un periodo storico o di una civiltà mediante lo studio della lingua, della produzione letteraria, degli usi e dei costumi. Ecco di seguito un'introduzione alla filologia italiana, iniziata di fatto nel Quattordicesimo secolo.
Occorrente
- Conoscenza dei preumanisti italiani
- Conoscenza della letteratura latina
- Conoscenza del latino classico e medievale
- Conoscenze di filologia romanza e medievale-umanistica
Giovanni Boccaccio
Il primo vero filologo italiano viene considerato Giovanni Boccaccio (1313 - 1375) che, a metà del Trecento, allestì una propria silloge dantesca, composta da un'introduzione biografica, conosciuta come Trattatello in laude di Dante, dalla Vita Nuova, da una raccolta di quindici canzoni e dalla Divina Commedia. Per far ciò il preumanista fiorentino fece ricorso a numerose testimonianze appartenenti a diverse tradizioni, intervenendo anche con alcuni interventi emendatori.
Ugo Foscolo
La filologia italiana per gran parte dell?ottocento fu colpevole di molti errori e danni causati da un più o meno ingegnoso dilettantismo. Figurano personaggi dall?indubbio spessore letterario e socio-culturale come Ugo Foscolo, poeta originario di Zante e molto appassionato di filologia. La fine del 1800 e i primi anni del Novecento, invece, vedranno una sempre maggior professionalità da parte degli studiosi, derivata soprattutto dall'introduzione di nuove metodologie di studio. Il filologo infatti oltre a fare attenzione al testo, deve confrontarsi anche con quella che è la realtà storia in cui si è trovato l'autore. Ciò permette a chi studia filologia di trarre conclusioni in linea con il pensiero dell'autore e quindi del contesto storico in cui è vissuto.
L'introduzione della stampa a caratteri mobili
A dare nuovo stimolo alla critica testuale sarà, poi, l'introduzione della stampa a caratteri mobili (fatta in piombo) di Johann Gutenberg. Tale invenzione è di notevole rilevanza poiché contribuì a far lievitare il numero di copie di famosi testi già in circolazione. Tuttavia tutto il Cinquecento e il Seicento vedranno all'opera non filologi professionisti, ma semplici appassionati che, a eccezione di qualche fortunato caso, crearono molti danni allo studio critico dei testi antichi. Ciò lo si deve alla poca attenzione e all'inesperienza del filologo. Essendo un appassionato, pensando di imitare grandi filologi si diletta in studi o analisi complicate. Data la sua inesperienza ne risulta un'analisi frettolosa e poco obiettiva. Un'aria nuova, invece, si cominciò a respirare con i grandi eruditi del Settecento, personaggi del calibro di Bacchini, Muratori, Maffei e Zeno.
Consigli
- Procuratevi un buon manuale di filologia italiana