A dare nuovo stimolo alla critica testuale sarà, poi, l'introduzione della stampa a caratteri mobili (fatta in piombo) di Johann Gutenberg. Tale invenzione è di notevole rilevanza poiché contribuì a far lievitare il numero di copie di famosi testi già in circolazione. Tuttavia tutto il Cinquecento e il Seicento vedranno all'opera non filologi professionisti, ma semplici appassionati che, a eccezione di qualche fortunato caso, crearono molti danni allo studio critico dei testi antichi. Ciò lo si deve alla poca attenzione e all'inesperienza del filologo. Essendo un appassionato, pensando di imitare grandi filologi si diletta in studi o analisi complicate. Data la sua inesperienza ne risulta un'analisi frettolosa e poco obiettiva. Un'aria nuova, invece, si cominciò a respirare con i grandi eruditi del Settecento, personaggi del calibro di Bacchini, Muratori, Maffei e Zeno.