Insegnanti: 10 consigli su come stare bene a scuola
Introduzione
Il lavoro d'insegnante è uno dei più belli e dei più difficili che si possano scegliere; richiede preparazione, pazienza e soprattutto empatia.
Nonostante lo stress che può causare questa carriera è fonte di numerose soddisfazioni sempre nuove e mai ripetitive, per quanto possano sembrarlo.
Anche nell'insegnamento, come in ogni altro lavoro, esistono aspetti positivi e negativi: in questa lista vedremo come aumentare i primi e mitigare i secondi con la speranza di facilitare almeno un po' la vita dei nostri insegnanti.
Ecco quindi 10 consigli su come stare bene a scuola!
Rapportarsi con i colleghi
In un mondo basato sul precariato come quello scolastico la prima sfida che gli insegnanti si trovano ad affrontare, molto spesso, riguarda il rapporto con i colleghi.
Tanto il docente di ruolo quanto quello precario si ritrovano infatti, di anno in anno, a lavorare con colleghi nuovi, di cui non conoscono né carattere né abitudini né capacità.
Per stare bene a scuola è necessario che entrambi si impegnino a creare un rapporto positivo il prima possibile, cercando di trovare da subito dei punti di forza comuni su cui poter lavorare insieme.
Certamente questo richiede impegno e una mentalità aperta e volta all'accoglienza, nonché una propensione all'aiuto reciproco: ogni esperienza ci forma in modo unico e la capacità di condividere ciò che abbiamo imparato in situazioni diverse, creando un dialogo costruttivo, è fondamentale per iniziare l'anno scolastico con maggiore serenità.
Rapportarsi con gli studenti
Il rapporto con gli studenti è sicuramente l'aspetto più conosciuto e centrale nella vita di un insegnante: è proprio questo legame che spinge gli studenti ad impegnarsi e a fare del loro meglio nella carriera scolastica.
Un bravo docente sa trovare il giusto mezzo tra rispetto e comprensione, agisce con empatia verso i propri studenti e riesce a tenere bene a mente la singolarità di ognuno. Tiene quindi conto, sia durante la lezione sia al di fuori di questa, i bisogni, i pregi e i difetti dello studente e cerca di assecondarli il più possibile.
Per stare bene a scuola un docente dovrà creare con i suoi studenti un rapporto basato su rispetto e confronto costruttivo, dimostrandosi disponibile verso gli studenti e pronto a mettersi in gioco.
Come dicevamo l'empatia è fondamentale in questo lavoro, più che in altri.
Rapportarsi con i genitori
Il rapporto genitori insegnanti è fondamentale per la vita serena di entrambi; proprio per questo bisognerebbe vedere nell'altro un alleato, non un nemico.
Per farlo l'insegnante deve dimostrare innanzitutto di conoscere lo studente in questione e di identificarlo chiaramente, di sapere i suoi punti di forza e i suoi difetti e parlando di entrambi quando si rivolge al genitore, anche sottolineando come questo potrebbe aiutare il proprio figlio a migliorare.
Un genitore che si sente attaccato andrà sulla difensiva e questo renderà difficili anche le situazioni più semplici, rendendo ogni colloquio una battaglia inutile e vana.
Partendo dal presupposto che tanto il genitore quanto l'insegnante vogliono che l'alunno riesca al meglio a realizzarsi non solo come studente ma come persona si può invece creare un'alleanza che faciliterà la vita di tutti.
Essere competenti
Naturalmente un docente, per stare bene a scuola, deve conoscere la sua materia d'insegnamento: non si può insegnare qualcosa che non si conosce!
La competenza è un aspetto quindi fondamentale che il docente dovrà sempre migliorare: aggiornare sempre le proprie conoscenze, tenersi al passo con i tempi e con il mondo sono senza dubbio tasselli immancabili in una carriera soddisfacente.
Competenza però vuol dire anche sapere di non sapere, come dice Platone: anche il docente non finisce mai di imparare e deve essere disposto al confronto tanto con i colleghi quanto con gli alunni, che potrebbero avere anche loro cose da insegnare.
Essere competenti non permette quindi di essere arroganti: per stare bene (in ogni contesto lavorativo o di vita) serve umiltà, cioè la capacità di riconoscere i propri limiti e imparare a superarli.
Saper spiegare
Importantissima per l'educazione degli studenti è sicuramente la spiegazione degli argomenti che devono imparare.
Spetta all'insegnante creare lezioni che non solo coinvolgano gli alunni ma che li aiutino a comprendere a fondo gli argomenti cercando così di creare un ambiente positivo in cui possano imparare al meglio.
Ogni lezione va quindi strutturata cercando di avvicinare il più possibile il contenuto allo studente, utilizzando un lessico semplificato e comprensibile ed essendo sempre pronti ad utilizzare esempi e termini diversi qualora vi siano dubbi.
La capacità di saper spiegare un argomento è forse la cosa più difficile da imparare perché non dipende solo dalle conoscenze che il docente possiede ma sta soprattutto nella sua capacità di semplificare l'argomento per adattarlo alle capacità dello studente che ha di fronte: un professore di scuola superiore non spiegherà mai come un docente universitario se vuole farsi capire!
Coinvolgere la classe
Coinvolgere gli studenti nella lezione che si tiene è il modo migliore per rendere l'apprendimento duraturo.
Il docente che insegna allo studente nozioni applicate alla vita reale attraverso esempi concreti, laboratori pratici e lezioni divertenti e interattive insegna allo stesso tempo ai suoi studenti che lo studio non è mai fine a se stesso e che non dovrebbe essere focalizzato sul voto di quel particolare test ma va piuttosto visto come metodo infallibile per avere competenze applicabili nella quotidianità.
Coinvolgere la classe vuol dire anche stimolare il pensiero autonomo, invitando gli studenti a creare e partecipare in dibattiti specifici all'argomento che si sta trattando.
È un buon metodo per insegnare dando l'esempio: anche il docente deve saper mettere in discussione se stesso e le sue capacità per creare un dibattito costruttivo con gli alunni.
Dare regole chiare
Dare regole chiare agli studenti e dimostrarsi coerenti nell'applicarle è la base per ottenere il loro rispetto.
Farlo già dal primo incontro e mantenere le regole stabilite per tutto l'anno creerà un rapporto di fiducia tra studente e docente che renderà la vita di tutti più serena e rilassata.
L'insegnante, l'abbiamo detto, deve essere comprensivo nei riguardi dei suoi studenti ma non è un amico e non deve esserlo: il rispetto non solo della persona ma della figura che rappresenta e del lavoro che svolge va spiegato dal principio.
Importantissime sono anche le regole legate ai compiti a casa, per esempio riguardo le aspettative del docente, la lunghezza degli elaborati e anche come si svolgerà la correzione.
Per i test in classe, sia orali sia scritti, è bene dare chiare indicazioni riguardo la valutazione così che lo studente possa sapere fin dal principio come comportarsi.
Essere ottimisti
Essere ottimisti aiuta in tutti gli aspetti della vita, sicuramente.
Per un insegnante guardare alle cose con positività e non concentrarsi sugli aspetti negativi che possano accadere nel lavoro è particolarmente importante perché gli ostacoli da superare e le imperfezioni in sé e nei suoi studenti ci saranno sempre ma accantonarle da subito e focalizzarsi sul migliorare le cose permetterà di stare meglio sia a scuola sia fuori.
Una lezione non riuscita come si sarebbe voluto, una spiegazione che in pochi hanno capito, un test fallito non devono apparire come blocchi insormontabili ma come occasioni che permettono di migliorarsi.
Le persone ottimiste sanno bene che in ogni cosa negativa che accade potranno trovare un aspetto positivo e proprio su questo continuare a crescere.
Bisogna inoltre dire che un insegnante che affronta il lavoro con positività è meno stressato di uno che lo affronta con negatività.
Ottimizzare il tempo
Abbiamo già detto che il lavoro di insegnante non si limita alle ore di lezione e nemmeno a quelle che passa a scuola: preparare le lezioni, correggere i compiti sono attività che svolge nel proprio tempo ma che comunque non può evitare.
È quindi fondamentale per stare bene imparare ad organizzare il proprio tempo al meglio, ritagliando ore dedicate alle attività scolastiche e ore invece dedicate ai propri bisogni personali.
In fondo un insegnante, come ogni altro lavoratore, ha anche una vita privata che richiede le sue attenzioni.
Un buon modo per ottimizzare i tempi è quello di chiedere aiuto ai propri colleghi, per esempio utilizzando ore in compresenza, laboratori o attività in cui dividersi il carico di lavoro e tutte le responsabilità che ne derivano.
Dedicarsi a se stessi
Per stare bene, essere sereni e lavorare meglio serve assolutamente staccare la spina da tutto ciò che è connesso alla quotidianità sia lavorativa sia privata.
I lavori maggiormente stressanti, come quello di insegnante, che non finiscono quando si torna a casa, richiedono più di altri di staccare totalmente e di distrarsi dedicandosi ad altro.
Scegliere un hobby che fa al caso nostro e che rispecchia i nostri gusti personali è importante per abbassare il livello di stress e ridurre il nervosismo: questo renderà i nostri rapporti lavorativi e personali più piacevoli e ci permetterà anche di vivere le situazioni e i confronti che accadono quotidianamente in modo più calmo e razionale.
Focalizzarsi su passatempi distanti dal proprio mondo lavorativo è particolarmente importante per staccare davvero la spina quindi no a corsi di aggiornamento nel tempo dedicato a noi stessi, mi raccomando!