La suddivisione dei territori nel sistema feudale era basata su una gerarchia prefissata, e permetteva la frammentazione di un grande feudo in terreni più piccoli gestiti da gente fidata di rango inferiore. Alla testa di tutto vi era un governante, generalmente un regnante, un nobile d'alto rango o un'alta carica religiosa, al quale facevano capo i vassalli, ovvero nobili che si occupavano per l'appunto della gestione di feudi medio-grandi. A loro volta i vassalli disponevano di fidati valvassori, ovvero nobili di rango più basso, mentre quasi al fondo alla piramide vi erano i contadini liberi. Ancor più in basso figuravano i servi della gleba, anche se in realtà in questa piramide gerarchica erano presenti anche altre classi sociali non ben definite: lavoratori, militari o mercanti abbastanza ricchi da permettersi lussi come armature e cavalli, quindi socialmente superiori ai contadini ma pur sempre inferiori ai nobili. Durante il feudalesimo medioevale venne a definirsi la gerarchia nobiliare in vigore ancora oggi negli stati monarchici d'Occidente: imperatore, re, principe, duca, marchese, conte, visconte, barone, signore e infine cavaliere. Normalmente diventare un cavaliere rappresentava all'epoca l'unico modo per entrare a far parte della nobiltà, salvo sposare un nobile.