Il Realismo in letteratura: i principali esponenti
Introduzione
La nascita del realismo letterario è ancora oggi abbastanza discussa ma la maggior parte della critica tende ad associarla alla comparsa del romanzo moderno nel corso del settecento in Inghilterra e Francia, ovvero quei paesi che per primi conobbero i benefici economici e sociali della rivoluzione industriale.
Tuttavia è solo con la piena ascesa sociale della borghesia nel primo ottocento e il bisogno di una letteratura che ne rispecchiasse realisticamente il contesto sociale, i valori e le aspirazioni che si può parlare di una vera narrativa realista, incarnata nei vari paesi da autori come Flaubert (che ne sarà l'iniziatore), Balzac in Francia, Dickens in Inghilterra, Tolstoj in Russia e Verga in Italia.
Ma analizziamo meglio il Realismo in letteratura: i principali esponenti.
Il Realismo francese e Madame Bovary
Per quanto nella storia della letteratura ci siano numerosi esempi di scene o passaggi di grande realismo sarà nel '800 con Flaubert e la sua Madame Bovary che potrà pienamente dirsi iniziata la stagione del realismo letterario. Madame Bovary pubblicato nel 1856 è considerato il primo romanzo realista non tanto per aver preso spunto da vicende reali di cronaca, ma per il realismo descrittivo e la minuzia con cui Flaubert si impegnò a descrivere luoghi, personaggi e i loro turbamenti interiori, riuscendo ad offrire uno spaccato del tutto verosimile della borghesia francese del suo tempo.
Il realismo della commedia umana balzachiana
Assieme a Flaubert, Balzac fu l'altro grande scrittore dell'ottocento francese a contendersi il titolo di maestro del realismo letterario grazie alla sua "Commedia umana". Si tratta di un'opera immensa che, articolandosi in diversi romanzi, descrive spregiudicatamente, con un realismo tipico della cronaca giornalistica la scalata sociale spesso senza scrupoli della borghesia francese, dai tempi della restaurazione fino all'ascesa della nuova monarchia.
Per aumentare l'effetto di verosimiglianza e di osservazione realistica della realtà, Balzac faceva in modo che i vari personaggi tornassero anche in altri romanzi, per seguirne le interazioni e comprenderne le evoluzioni in tempi e luoghi diversi.
Il romanzo realista inglese
Nell?Inghilterra vittoriana Charles Dickens fu considerato come l'iniziatore del romanzo realista anche se le sue opere erano ancora lontane dal livello raggiunto dai suoi contemporanei francesi.
Cresciuto negli squallidi sobborghi londinesi a contatto con le classi sociali più indigenti, nei suoi romanzi egli descrive con taglio ironico ed empatico i problemi sociali e umani del tempo.
In tutti i suoi romanzi più importanti Dickens riflette sui difetti della società e sul mal funzionamento dell?amministrazione pubblica dell'età vittoriana: quella che ne emerge è una società dura e indifferente, in cui contano le sole leggi del profitto.
Il merito di Dickens fu di aver messo in luce con grande lucidità le sproporzioni sociali oltre che le contraddizioni del proprio secolo.
Tolstoj e l'evoluzione del realismo letterario
Tolstoj in Russia fu ritenuto non solo il più grande continuatore del realismo letterario ma anche il più attento osservatore della rivoluzione operaia. Il romanziere russo sviluppò le tradizioni del vecchio realismo sempre in modo originale e adatto alla sua epoca.
Al realismo degli autori francesi Tolstoj aggiunse una visione più soggettiva e meno impersonale del mondo: nei suoi romanzi principali come Anna Karenina e "Guerra e Pace" il linguaggio e le descrizioni della società sono messe a punto con grande partecipazione ed estremo realismo senza escludere lo scavo condotto sulla psicologia dei personaggi, ritratti magistralmente in tutte le loro sfumature.
La fusione di realismo e verismo in Italia
In Italia non mancarono letterati come Verga sensibili alle nuove correnti filosofiche e letterarie che giungevano d'oltremanica: sulla spinta di Capuana e del naturalismo zoliano, Verga sarà il primo dei nostri scrittori a scuotere la narrativa romantica di stampo manzoniano, con il suo eccessivo idealismo e la tecnica del narratore onnisciente. Con Verga anche il nostro romanzo ottocentesco realista - per cui è stato coniato il termine verista -, si avvale di uno stile impersonale interessato a osservare e descrivere con crudo realismo i dettagli anche più umili dell'esistenza, che fino ad allora non avevano trovato dignità letteraria.