Il mito della caverna di Platone

Tramite: O2O 18/05/2017
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Introduzione

Platone, come ben sappiamo, è uno dei filosofi più importanti della storia della filosofia greca. Tra i suoi scritti ricordiamo Il mito della Caverna e in questa guida tratteremo proprio tale manoscritto. In questo testo viene illustrato da Platone quelli che sono i quattro gradi della conoscenza e lo fa attraverso il racconto di una storia immaginaria. Infatti vengono descritti le condizioni di un gruppo di schiavi costretto a vivere in catene all'interno di una caverna buia. Si trovano incatenati e con le spalle rivolte al muro, guardando il fondo buoio della Caverna nella quale vengono proiettate le ombre che transitano fuori da essa, grazie alla luce del fuoco.

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Primo grado

Iniziamo dal primo passo della conoscenza secondo Platone: la conoscenza sensibile. Questa prende il nome di docsa ed è il livello di conoscenza più basso. Questa livello viene descritto nel libro proprio nella fase in cui gli schiavi vedono proiettate le ombre pensando che quella sia la vera realtà, ma invece si tratta di una realtà illusoria.

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Secondo grado

Uno tra i tanti schiavi riesce a liberarsi dalle catene e si avvia verso l'uscita della caverna, rimanendo però accecato dalla intensa luce solare che proviene dall'esterno. Per questo, ancora dubbioso, riesce a scorgere solo le ombre delle cose e persone proiettate dal sole, percependo però almeno che esse corrispondono a immagini reali. Questa fase rientra ancora nella docsa, però passando al secondo grado della conoscenza che è la percezione.

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Terzo grado

Lo schiavo arriva all'uscita della caverna, sempre abbagliato dal sole, e deve rivolgere lo sguardo verso il basso per non rimanere accecato. Facendo ciò, osserva il laghetto che c'è sulla soglia, che riflette tutta la realtà: egli comprende che le cose riflesse nel lago sono le stesse che vedeva come semplici ombre all'interno della cava. Si verifica il terzo grado, la conoscenza riflessa o Ragione, dove si può notare un rapporto matematico e razionale di corrispondenza dell'immagine riflessa con l'oggetto reale. Dalla docsa ci si trasferisce finalmente nell'aleteia.

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Quarto grado

Una volta abituato alla luce esterna, o una volta sopraggiunta la notte, lo schiavo liberato può osservare il mondo intorno a sé e prendere contatto con la realtà, con immenso stupore: si realizza il quarto ed ultimo grado, la conoscenza intellettiva, dove egli comprende che nella caverna aveva sempre vissuto nell'ignoranza e nel buio. Grazie alla luce arriva invece ad una conoscenza completa e ad un pensiero puro (la dialettica). Lo schiavo vorrebbe tornare indietro ad informare e liberare i compagni, ma teme che essi lo sbeffeggino e possano provare ad ucciderlo in quanto ancora immersi nell'ignoranza.

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