I principali esponenti dell'Illuminismo in Italia
Introduzione
L'Illuminismo è stata una corrente politica, filosofica e letteraria sviluppatasi in Europa intorno al XVIII secolo che aveva il compito di "illuminare" la mente degli uomini, servendosi della scienza e della razionalità come principi cardine. In Italia vide la sua espansione in città come Napoli e Milano, mentre non mancavano anche centri minori in Toscana, Piemonte e Veneto. Vediamo chi sono i principali esponenti dell'Illuminismo in Italia.
Giuseppe Parini
Giuseppe Parini - il cui cognome originale era Parino - è stato un poeta ed abate italiano. Nacque a Bosisio, in provincia di Lecco, nel maggio del 1729. Fu membro dell'Accademia dei Trasformati ed uno dei massimi esponenti italiani della corrente illuminista. Studiò a Lodi, e nel 1754 venne ordinato sacerdote. Per lunghi tratti della sua vita la sua dimora fu la casa del duca Serbelloni, che lo volle con sé come precettore del figlio Gian Galeazzo.
In ambito illuminista, Parini affermava che l'unico mezzo per riportare stabilità nel governo del tempo era proprio questa corrente: con una rieducazione basata sui concetti illuministici, gli aristocratici, a differenza della nuova borghesia mal vista dal poeta, potevano salire al potere con equilibrio e giustizia. Parini rifletté molto su queste tematiche nelle sue opere - le più famose sono le "Odi", il "Giorno", il "Bisogno", solo per citarne alcune - nelle quali spiegò che la risoluzione dei problemi doveva avvenire tramite una "rivoluzione letteraria" e non armata.
Morì a Milano nel 1799, e lasciò ai suoi posteri grandi temi su cui poi si è discusso molto nei secoli a venire.
Pietro Verri
Considerato uno dei più illustri rappresentanti della corrente illuminista italiana, Pietro Verri nacque a Milano nel 1728. Frequentò l'Accademia dei Trasformati, dove ebbe la possibilità di conoscere Parini. Negli anni Sessanta del '700 fondò, insieme ad altri membri, tra cui il fratello Alessandro, la rivista "Il Caffè", per il quale scrisse oltre la metà degli articoli, nei quali dedicò anima e corpo ai temi del piacere e del dolore. Secondo il suo pensiero, l'animo degli uomini è talmente connesso con il desiderio di provare piacere che è nello stesso tempo terrorizzato dal pensiero del dolore. Temi che, successivamente, sarebbero stati ripresi anche da altri illustri filosofi e scrittori, tra i quali Arthur Schopenhauer e Giacomo Leopardi. Funse da modello ispiratore per molti illuministi dell'epoca, tra cui il giovane Cesare Beccaria, che, seguendo il suo pensiero, elaborò la sua opera "Dei delitti e delle pene". Morì nella sua città natale nel 1797, ma il suo pensiero rimase intatto nella mente dei suoi successori.
Cesare Beccaria
Cesare Beccaria nacque nel marzo del 1738. Milanese di nascita, si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Pavia. Si avvicinò all'ambiente illuminista grazie a Pietro Verri, nella cui dimora venne ospitato per un periodo dopo esser stato allontanato da casa per aver sposata una ragazza sedicenne, da cui ebbe quattro figli, contro il volere della famiglia. La sua opera più importante fu "Dei delitti e delle pene", pubblicato nel 1764, nella quale condannava fermamente la pena di morte e la tortura, considerate da lui come delle pratiche inutili, non necessarie ed infamanti, che non davano alcun vantaggio in termini di giustizia a chi le metteva in atto. Viaggiò molto, prima di tornare a Milano, dove fu nominato direttore del Supremo Consiglio dell'Economia. Nella medesima città meneghina morì nel 1794 a causa di una malattia cerebrale.
Antonio Genovesi
Nato in provincia di Salerno - precisamente a Castiglione - nel 1713, Antonio Genovesi studiò da giovanissimo la filosofia, prima quella peripatetica e poi anche quella di Cartesio. Fu ordinato diacono presso la Diocesi di Salerno. Nelle sue opere, scritte prevalentemente secondo lo stile del civile, per cui aveva una grande passione - era uno dei pochi a scrivere in lingua italiana e non latina - Genovesi affronta tematiche religiose e filosofiche, cercando di trovare un compromesso tra le due materie di studio. Egli fu soprattutto attento a considerare la filosofia come elemento indispensabile per fornire agli uomini dei suggerimenti pratici e non solo teorici della vita.
Scrisse documenti anche di carattere economico-sociale, e fu per anni docente presso l'Università di Napoli, dove era in contatto con molte personalità di spicco dell'epoca, tra cui Giambattista Vico.
Morì nella città partenopea nel 1769.
Paolo Frisi
Paolo Frisi nacque a Melegnano, in provincia di Milano, nel 1728, e fu un grande esponente dell'illuminismo milanese. Durante la sua vita si dedicò allo studio di molte discipline, tra cui la matematica, la religione, l'astronomia, oltre che la filosofia. Fu collaboratore della rivista "Il Caffè", fondata dai fratello Verri, ed alla tenera età di 21 anni ottenne una cattedra per insegnare filosofia. La sua grande versatilità lo portarono ad essere uno dei protagonisti della rivoluzione scientifica dell'epoca, e grazie ai principi illuministi della razionalità e della scienza, riuscì ad introdurre degli studi sull'elettricità - fu lui a spiegare il funzionamento dei parafulmini - ed anche il moto della Luna. Dopo aver insegnato filosofia anche presso l'Università di Pisa, morì a Milano nel settembre del 1784.