I principali esponenti dell'antifascismo
Introduzione
Il fascismo rappresenta una parte buia ma pur sempre importante della storia recente del nostro paese. Durato per circa un ventennio, con la data di presa al potere che solitamente viene fatta coincidere nel 1925 con la marcia su Roma organizzata dal partito, il fascismo si è contraddistinto (in maniera negativa) soprattutto per i forti ideali di identità della razza, ideali poi estrapolati e condivisi dal partito nazionalsocialista tedesco guidato da Adolf Hitler. All'epoca della sua massima diffusione l'ideologia fascista di estrema destra, che comprendeva, tra le altre cose, anche la soppressione della libertà di stampa, nonché altre limitazioni che andarono a minare l'emancipazione sociale del popolo italiano, non venne accettata all'unanimità: intellettuali, uomini di cultura e altri partiti si schierarono in netta opposizione al fascismo, dando vita ad una naturale ideologia antifascista che ebbe ripercussioni drammatiche sulla nazione. Vediamo quali furono i principali esponenti dell'antifascismo.
Giacomo Matteotti
Tra i principali esponenti dell'antifascismo vi fu Giacomo Matteotti, giornalista, politico e membro attivo del Partito Socialista Italiano, in netta contrapposizione all'ideologia fascista. Matteotti fu tra i primi a denunciare lo scandalo dei brogli elettorali avvenuto nel 1924 in occasione delle elezioni politiche. In quel frangente il partito guidato da Mussolini ottenne una vittoria schiacciante, pari a quasi il 65% delle preferenze; Matteotti denunciò il fatto il 30 maggio dello stesso anno in un discorso alla Camera, e meno di due settimane dopo venne rapito e ucciso da una squadra fascista inviata probabilmente dallo stesso Mussolini. Il socialista pagò dunque l'opposizione con la sua stessa vita, morendo ad appena 39 anni.
Umberto Terracini
Altro antifascista di particolare rilevanza fu Umberto Terracini, che rispetto a Matteotti ebbe la fortuna di vivere più a lungo. Caratterizzato da un'ideologia politica più stratificata, Terracini fece parte del Partito Comunista Italiano mantenendo però un certo distacco in alcuni momenti salienti dell'evoluzione politica dello stato. Egli assunse più volte una posizione del tutto indipendente, frutto di una concezione ben precisa della situazione politica italiana, andando a impattare anche contro alcuni aspetti dell'ideologia sovietica promossa da Stalin. Tuttavia, i suoi ideali in merito all'opposizione al fascismo non vennero mai messi in dubbio.
Giovanni Minzoni
Sulla sponda ecclesiastica, una figura di particolare rilievo è quella di don Giovanni Minzoni, che invece subì la stessa fine di Matteotti. L'operato di Minzoni si contraddistinse per la formazione dell'ideologia di diversi preti partigiani, nonché per la mediazione tenuta tra i partigiani stessi e la Repubblica di Salò. Minzoni fu ucciso anche lui molto giovane (38 anni) da alcuni squadristi fascisti nel 1923, dunque nella cosiddetta prima fase dell'ascesa al potere fascista.
Benedetto Croce
Benedetto Croce viene ricordato a gran voce come la guida dell'intero movimento antifascista italiano. Il popolo si identificò fortemente in lui, al punto che venne proposto persino come Presidente della Repubblica Italiana. Di professione filosofo, lo straordinario operato letterario e culturale di Croce toccò diversi aspetti della filosofia, dall'estetica alla logica, senza tralasciare l'impegno politico in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia. Da ricordare anche la redazione nel 1925 del "Manifesto degli intellettuali antifascisti".
Filippo Turati
Impossibile non citare anche Filippo Turati tra gli antifascisti di maggior rilievo. Turati fu uno dei primi leader socialisti italiani, in quanto la sua ideologia comprendeva la nascita di un unico partito all'interno del quale potessero confluire i movimenti popolari e operai dei lavoratori. Tale partito prese forma nel 1892 a Genova con il nome di "Partito dei Lavoratori Italiani", per poi assumere la denominazione temporanea "Partito Socialista dei Lavoratori Italiani" (1893) e quella definitiva nel 1895, "Partito Socialista Italiano". Morì esiliato a Parigi nel 1932.