I personaggi principali del Risorgimento
Introduzione
Il Congresso di Vienna aprì la fase della Restaurazione con l'obiettivo di rimettere sul trono i sovrani che erano stati spodestati a seguito della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche e di ridisegnare la fisionomia degli stati europei.
La nuova geografia europea che venne fuori dopo queste modifiche creò molto disagio e insofferenza e in molti Paesi cominciarono a diffondersi gli ideali patriottici che avevano l'obiettivo di rivendicare l'identità di ciascun popolo e di realizzare l'unità della propria nazione.
Anche l'Italia (che dopo il Congresso di Vienna risultava divisa in una decina di Stati sotto il controllo e l'influenza di diverse potenze straniere) partecipò di questo clima rivoluzionario che aveva lo scopo dell'unificazione dei vari regni in un'unica realtà nazionale.
Viene definito "Risorgimento" il periodo storico, iniziato dopo il Congresso di Vienna, che porterà gli stati pre-unitari a conquistare l'unità nazionale con la proclamazione, nel 1861, del Regno d'Italia.
Esamineremo adesso i personaggi principali che diedero un grande contributo alla causa risorgimentale.
Giuseppe Mazzini (1805-1872)
Giuseppe Mazzini fu fra i più convinti sostenitori della lotta per la liberazione dai dominatori stranieri e per la realizzazione dell'Italia unita e, a causa delle sue idee sovversive, sarà più volte arrestato e costretto all'esilio.
Dopo aver aderito alla Carboneria, un'associazione segreta rivoluzionaria, quando esiliò a Marsiglia, Mazzini costituì "la Giovine Italia" un'organizzazione che perseguiva lo scopo dell' unificazione d'Italia, propagandando ideali repubblicani e democratici.
Divenuto una personalità di rilievo internazionale, egli fondò successivamente "la Giovine Europa".
L'obiettivo di Mazzini era quello di coinvolgere nella lotta politica anche le classi sociali meno abbienti per realizzare uno stato unito in cui tutti i cittadini fossero liberi e uguali.
Le spedizioni mazziniane furono tuttavia sempre oggetto di repressione, costringendolo ad allontanarsi dall'Italia e a rientrarvi da clandestino.
Morì infatti a Pisa sotto il falso nome di "dottor Brown".
Carlo Cattaneo (1801-1869)
Carlo Cattaneo condivise con Mazzini l'idea repubblicana e democratica, che però perseguì in maniera più moderata.
La sua idea era quella che il Lombardo-Veneto dovesse affrancarsi gradualmente dalla dominazione austriaca, ottenendo in maniera non violenta la concessione di maggiore autonomia.
Le storiche Cinque giornale di Milano, cui partecipò, lo convinsero tuttavia che un dialogo pacifico con la corte austriaca sarebbe stato impossibile.
Costretto a riparare in esilio in Svizzera fu affascinato dalla forma confederale di quello stato che rappresentò sempre il suo ideale politico e che sperava avrebbe potuto realizzarsi anche in Italia: non un'Italia unita, quindi, ma un confederazione di Stati repubblicani autonomi e legati da vincoli di reciproca solidarietà e alleanza.
Il suo incontro con Garibaldi fu infatti fallimentare. Cattaneo vide naufragare il suo obiettivo della realizzazione di uno stato confederale e, deluso, ritornerà infatti in Svizzera dove resterà fino alla fine dei suoi giorni.
Giuseppe Garibaldi (1807-1882)
Soprannominato anche "l'eroe dei due mondi", a causa delle numerose guerre che lo videro impegnato in Sud America, Giuseppe Garibaldi è stato un patriota rivoluzionario, abile condottiero e stratega, che partecipò a numerosi moti insurrezionali e spedizioni per liberare l'Italia dai dominatori stranieri.
Aderì alla Giovine Italia mazziniana della quale condivideva gli ideali di indipendenza e di unità nazionale, partecipando alla lotta contro i francesi, per la difesa della Repubblica Romana.
Partecipò anche alla Seconda Guerra di Indipendenza, alla guida del corpo di volontari dei "Cacciatori delle Alpi", conseguendo diversi successi sul campo di battaglia.
Ma l'impresa che lo ha consegnato alla storia come il più grande degli eroi risorgimentali è senz'altro la "spedizione dei mille", una storica operazione militare che Garibaldi condusse a capo di un migliaio di volontari, realizzando lo storico obiettivo di cacciare i Borboni dal Regno delle Due Sicilie e consentendo che esso venisse annesso al nascente Stato unitario italiano.
Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861)
Camillo Benso, conte di Cavour, fu un abile politico del Regno di Sardegna: parlamentare dapprima, ministro dell'Agricoltura e delle Finanze dopo, fine a divenirne Capo del Governo.
Alla sua attività di governo si devono grandi opere di ammodernamento e di potenziamento del Regno di Sardegna.
Protagonista del Risorgimento italiano, egli contrastò le idee rivoluzionarie (mazziniane e garibaldine) di arrivare alla liberazione dalle dominazioni straniere attraverso la via insurrezionale, preferendo sempre agire per via diplomatica e attraverso la creazione di alleanze internazionali.
Il suo obiettivo era quello di cacciare gli austriaci dal Regno di Sardegna, rafforzare quest'ultimo e farlo espandere fino ad includere gli Stati dell'Italia del nord.
Cavour non credeva all'inizio nell'obiettivo dell'Italia unita, quanto piuttosto nella creazione di tre diversi stati che racchiudessero rispettivamente il Nord, il Centro e il Sud. Quando tuttavia il progetto di unificazione cominciò a prendere corpo egli appoggiò l'azione garibaldina.
Morì pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia.
Vittorio Emanuele II (1820-1878)
Un ruolo fondamentale per la causa risorgimentale ebbe pure Vittorio Emanuele II, ultimo sovrano del Regno di Sardegna.
Nonostante le sue idee conservatrici egli infatti non si oppose all'ammodernamento del Regno portato avanti da Cavour, così come non revocò lo Statuto albertino (carta costituzionale del Regno di Sardegna) di cui rispettò le regole ed ancora consentì che si approvassero le leggi che diminuivano i privilegi della Chiesa.
Sostenne le iniziative diplomatiche di Cavour e, dopo lo scoppio della guerra, condusse personalmente le truppe piemontesi oltre ad offrire sostegno alla spedizione dei Mille per la liberazione del Regno delle due Sicilie: nello storico incontro di Teano, infatti, incontrò Garibaldi che gli consegnò i territori conquistati.
Soprannominato "il re galantuomo", Vittorio Emanuele sarà pure il primo re dell'Italia unificata.