Guido Cavalcanti: vita ed opere
Introduzione
Guido Cavalcanti è uno tra i maggiori esponenti della corrente letteraria del Dolce Stilnovo. Le sue opere, così come quelle di altri dopo di lui, rientrano in questa nuova poesia avviata dal bolognese Guido Guinizzelli. Non abbiamo notizie precise sulla nascita di Cavalcanti, ma si presume che sia intorno al 1258. Appartiene ad una delle famiglie più in vista e potenti di Firenze che fanno parte della fazione bianca dei guelfi. Essendo nato in una famiglia tanto importante e figlio di un uomo dotto, partecipò in modo molto attivo alla vita politica della sua città natale. Era un guelfo bianco e per questo suo schieramento politico, ebbe parecchi conflitti con la famosa famiglia dei Donati. Nella guida che segue, parleremo in modo più approfondito della vita e delle opere che hanno caratterizzato Guido Cavalcanti.
La vita
Guido Cavalcanti, figlio di Cavalcante dei Cavalcanti, nacque a Firenze intorno all'anno 1258. Fiorentino per nascita, faceva parte di una nobile famiglia di guelfi bianchi tra le più note della città. Fu tra i sostenitori della fazione dei Cerchi contro quella dei Donati, i quali facevano parte della fazione opposta, i guelfi neri. Nel 1267 gli fu promessa in sposa Bice, o Beatrice, figlia di Farinata degli Uberti, capo della fazione ghibellina (noto personaggio citato nella "Commedia" di Dante, così come lo stesso Cavalcanti).
In campo politico fu un personaggio importante perché lo ritroviamo tra i firmatari della pace tra guelfi e ghibellini con personaggi come Brunetto Latini e Dino Compagni.
Nel 1293 Giano della Bella emanò una disposizione che vietava a Cavalcanti di partecipare alla vita politica, ma non fu sufficiente per sedare le liti tra le fazioni rivali. Circa sette anni dopo, infatti, i Priori del Comune, fra cui c'era anche Dante Alighieri che aveva uno stretto legame con lo stesso Cavalcanti, lo allontanarono dalla città.
Questo portò Guido Cavalcanti in esilio a Sarzana dove vi rimase per un breve periodo, perché durante lo stesso anno la condanna di esilio fu revocata. Questo permise al poeta di tornare a Firenze, ma non vi rimase a lungo in quanto morì a causa di una malattia intorno al 1300.
La poesia di Cavalcanti
La forte interiorità, descritta all'interno della poesia di Cavalcanti, avverte in sé tutti gli sconvolgimenti che derivano dal sentimento dell'Amore e i moti che esso provoca. Le emozioni sono talmente vaste e violente, che creano nell'innamorato, una lacerante angoscia. Il poeta diverrà un servo dell'Amore, caratteristica tipica dei poeti dello stilnovismo. Apparirà, addirittura "sbigottito", "impaurito", "disfatto", in preda alla paura. Nelle sue poesie l'irrazionale si scontra con ciò che è razionale allontanando l'uomo dalla conoscenza e dalla felicità che questa suscita. Studioso, filosofo e poeta, è anche il maggiore esponente all'interno del gruppo dei poeti che fanno parte del movimento poi riconosciuto come Stilnovo. Il tema fondamentale di questo tipo di poesia, come detto già in precedenza, è infatti una concezione d?amore che rielabora lo stile già avviato da Guido Guinizzelli. Tuttavia lo fa in una direzione più intellettuale e drammatica dove ritroviamo come tema fondamentale il "mal d'amore". La poesia di Cavalcanti, così come quella dei poeti successivi, tra i quali Dante, sarà d'ispirazione per Petrarca e il petrarchismo.
Le opere del "Canzoniere"
Il "Canzoniere" di Cavalcanti è formato da 52 testi, tra cui canzoni, sonetti e ballate. Dante ricorda questo poeta come uno dei più famosi di quel tempo. Il tema principale che percorre tutto il canzoniere è l'amore inteso come passione che allontana l'uomo dalla sete di conoscenza e dalla felicità che da essa ne deriva. Questo "mal d'amore", come viene definito, non fa altro che condurre l'uomo verso una morte duplice: morale e fisica.Fra le tante opere, annoveriamo la canzone dottrinale "Donna me prega, per ch'eo voglio dire". L'opera in questione è una delle più studiate e controverse per via delle tante interpretazioni a essa date. Si tratta di una canzone significativa proprio perché ricalca un tema che ritroviamo anche in altri scritti di Cavalcanti e di cui si diceva poco sopra: gli effetti che la passione amorosa produce nell'uomo. La poesia di Cavalcanti risente molto anche delle entità fisiche e psichiche che popolano i suoi scritti. Ritroviamo "spiriti" che ora si moltiplicano, ora si scindono creando confusione. La figura della donna amata viene così rimpiazzata man mano da altre. Ciò accade, soprattutto, nella ballata "Era in penser d'amore quand'i' trovai". Infatti, in questa ballata, viene evocato l'amore per Mandetta di Tolosa, donna amata dal Cavalcanti, durante una sua sosta in Francia, a Tolosa.
I componimenti di Cavalcanti
Proprio a Mandetta, infine, è dedicata anche la struggente "Perch'i' non spero di tornar giammai". In questa opera appare la "ballatetta", ovvero un piccolo messaggio (dolce intermedio) utilizzato dal poeta, per portare un sentito messaggio alla sua donna lontana. In questo caso, Guido Cavalcanti, si rivelerà essere il profondo poeta della "comunicazione indiretta", così come vedremo anche in altri suoi testi. Il letterato fiorentino è stato citato anche da Dante sia nel sonetto "Guido, i' vorrei che tu, Lapo ed io", sia nella "Divina Commedia" e nel "De Vulgari Eloquentia". Il Boccaccio, invece, lo inserisce nel Commento alla Divina Commedia ed anche in una novella del Decameron.Per concludere, Guido Cavalcanti è stato uno dei più grandi poeti della corrente del dolce stilnovo che ha fornito ispirazione a molti dei poeti successivi sia per le tematiche trattate, sia per il suo stile.