L'oggetto principale della sua attenzione, più che l'individualità umana, risulta essere la collettività. Manzoni giudica la società violenta, piena di dolore e di male, volta a conquistare inutili beni terreni o a perseguire obiettivi effimeri come il potere o il prestigio. Proprio la società genera il male e tutti gli errori che vengono commessi ogni giorno. Secondo lo scrittore, se è possibile solamente fare dei torti oppure patirli, l'unica cosa che resta da fare alla fine è quella di allontanarsi dalla vita comune, estraniandosi dalla storia. Egli prende come metro di giudizio un altissimo ideale divino, assai rigido, rispetto cui ogni azione umana finisce per apparire piena di peccato. La sua partecipazione non troppo vivace alla vita sociale non è altro che la conseguenza di tali considerazioni.