Grammatica greca: il participio congiunto
Introduzione
Il greco rappresenta senza dubbio una delle materie più complicate per gli studenti del liceo. La grammatica appare spesso di difficile comprensione, perché complessa e molto diversa da quella italiana. Inoltre spesso la traduzione non è così automatica, ma occorre interpretare il senso del periodo in base al contesto. Il problema è ancora maggiore se non si capiscono per bene tutte le basi teoriche della grammatica greca. Quando si va a tradurre non si riconoscono le varie parti del discorso oppure i costrutti vengono confusi gli uni con gli altri. In questa guida vi illustreremo come riconoscere e tradurre il participio congiunto. Basterà applicare pochi semplici trucchi per non farcene sfuggire neanche uno, durante le versioni. E per tradurlo nel modo più corretto, rispettando il senso logico e la sintassi del periodo.
Occorrente
- Vocabolario greco-italiano
- Manuale di grammatica greca
L'analisi del nome
Per capire il participio congiunto, come ogni altro costrutto della grammatica greca, occorre innanzitutto analizzare il nome. Può sembrare un semplice esercizio teorico, ma non è così. Comprendere perché un costrutto si chiama in quel modo, rappresenta il primo suggerimento utile. Analizziamo quindi il nome participio congiunto. Innanzitutto viene chiamato participio perché si tratta di un verbo al modo participio. Possiamo trovarlo con ogni tempo verbale: presente, futuro, perfetto, aoristo e futuro perfetto. Si chiama congiunto perché si congiunge ad un elemento della reggente. Quindi non si trova sciolto ma strettamente legato alla reggente tramite il soggetto o uno dei complementi.
Il riconoscimento all'interno della frase
Vediamo quindi come riconoscere il participio congiunto. Innanzitutto dovremo passare in rassegna tutti i verbi presenti nel periodo, sottolineandoli tutti. Quando incontriamo un participio, dobbiamo esaminarlo attentamente. La prima cosa da fare è controllare il caso. Quindi cerchiamo l'elemento a cui si concorda. Controlliamo poi se si trova accompagnato dall'articolo. Qualora fosse presente l'articolo molto probabilmente si tratta di un participio attributivo o sostantivato, quindi non è un participio congiunto. Infatti nel participio congiunto non c'è mai l'articolo. Sempre sul piano teorico, va poi aggiunto che il participio in greco si comporta come il participio in italiano, cioè è composto allo stesso tempo sua da un nome che da un verbo. Questo importante assunto fa sì che il participio in greco, dato come un nome, è sempre declinabile. Ma, dato che rappresenta sempre un verbo, dispone anche di un tempo che è sempre presente, futuro, aoristo o perfetto e di una cosiddetta diatesi, vale a dire che può essere sia attivo che medio passivo.
Le funzioni assunte
All?interno di una qualsiasi frase, il participio può avere una funzione di tipo nominale, se funge da nome o da aggettivo, oppure verbale, se rappresenta o ha le funzioni di un vero e proprio verbo. A seconda delle funzioni, dunque, il participio congiunto può essere sostantivato, attributivo o predicativo (se è nominale), mentre può essere congiunto o assoluto che assolve ad una funzione esclusivamente verbale. Quando lo troviamo al caso nominativo o all'accusativo dobbiamo chiederci se è un participio predicativo. Controlliamo se il verbo della reggente è tra quelli che reggono questo costrutto. Se non compare tra questi allora si tratta sicuramente di participio congiunto se è al nominativo. Se invece è all'accusativo controlliamo che non si tratti di accusativo assoluto, ovvero sciolto dalla reggente. Se il nome o il pronome concordato con il nostro participio è un normale complemento della reggente allora si tratta di participio congiunto. Dobbiamo fare un ragionamento analogo qualora lo trovassimo al genitivo. Se il nome o il pronome concordato al participio risulta sciolto dalla reggente si tratta di genitivo assoluto. Se invece è un normale complemento allora è un participio congiunto. Se si trova al caso dativo, quasi sicuramente siamo in presenza di un participio congiunto.
La traduzione
Arriviamo alla traduzione. Possiamo lasciarlo in forma implicita oppure tradurlo in forma esplicita. Nel primo caso, lo tradurremo semplicemente con un gerundio o un participio. Nel secondo caso dobbiamo invece capire il significato logico che assume la subordinata. In molti casi possiamo semplicemente tradurlo come proposizione relativa riferita al nome o pronome con cui concorda. Altrimenti possiamo tradurlo con varie proposizioni subordinate con altri valori logici. In altre parole, il participio congiunto va tradotto come se fosse una vera e propria proposizione subordinata, che nella maggior parte dei casi corrisponde a differenti proposizioni. Come già visto, i valori più frequenti sono causale, temporale, concessivo, oppure ha funzioni di una relativa. Vi ricordiamo che, in ogni caso, questo participio concorda con il sostantivo o pronome a cui è riferito e che è possibile anche che sia sottinteso. In taluni casi, il participio congiunto risulta separato dal sostantivo a cui si riferisce, mediante l'uso di una virgola.
Il valore temporale
Il participio congiunto può assumere valore temporale. In questo caso spesso viene preceduto da ???, ?????, ?????? o ??????. Può avere valore causale, preceduto da ???, ???? o ??? con una causa obiettiva, da ?? con una causa soggettiva. Può avere valore concessivo, a volte preceduto da ??????, ?????? o ??? [...] ???. Preceduto da ?? può avere anche valore finale. Oppure, ancora, può avere valore condizionale, dichiarativo o modale-strumentale. Occorre capire quale significato logico rende meglio. Quindi renderlo in italiano con la proposizione subordinata più adatta tra queste alternative.
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Consigli
- Quando traducete,per prima cosa sottolineate tutti i verbi
- Per capire se si tratta di un participio congiunto, procedete per esclusione