Giordano Bruno nasce a Nola, ai piedi del Vesuvio, nel 1548. A quindici anni entra nel rinomato monastero domenicano di Napoli dove subito si mette in luce per le sue spiccate doti intellettive. Crescendo sviluppa un pensiero del tutto autonomo che contrasta con le credenze del cristianesimo, motivo per il quale nel 1576 è costretto a lasciare i confratelli e dar inizio a quell'eterno peregrinare che caratterizzerà la sua esistenza. Nel 1581 giunge a Parigi, si presenta come un mago e si mette in evidenza con lezioni pubbliche arrivando a farsi notare perfino dal re Enrico III. Bruno è il più alto rappresentante di quella tradizione ermetica rinascimentale che conobbe l'exploit quando, nel 1463 a Firenze, il dotto Marsilio Ficino tradusse in latino dal greco il Corpus Hermeticum, una serie di trattati attribuiti erroneamente a Ermete Trismegisto, costui era ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa come il primo trai Prisci Theologi, i pagani che in tempi antichi avevano profetizzato l'avvento della fede in Cristo. Ermete era considerato il più illustre, il più antico e contemporaneo addirittura di Mosé. I trattati attribuiti all'antico profeta in realtà avevano ben poco a che spartire con il cristianesimo, erano intrisi di magia nella descrizione dell'antico credo egiziano. La religione ermetica era estremamente personale, intima, opposta all'esteriorità delle pratiche e dei riti delle professioni ufficiali rinascimentali.