Giordano Bruno e la tradizione ermetica
Introduzione
Giordano Bruno venne arso vivo il 17 febbraio 1600 a Roma, in Piazza Campo de' Fiori. Fu il tragico culmine di un processo lungo otto anni, durante i quali il Nolano rifiutò di ritrattare le proprie tesi andando incontro a una fine certa. Contrariamente a quanto si è pensato, Bruno non è la prima vittima sacrificale di un pensiero scientifico tutt'altro, è il massimo rappresentante di un mondo diametralmente opposto: quello della tradizione ermetica rinascimentale. Lui si considerava mago e guida di una nuova religione che trovava le sue origini nell'antichità egiziana di Ermete Trismegisto, profeta del credo che avrebbe scalzato ogni deformazione dell'unica verità, cristianesimo compreso.
Corpus Hermeticum
Giordano Bruno nasce a Nola, ai piedi del Vesuvio, nel 1548. A quindici anni entra nel rinomato monastero domenicano di Napoli dove subito si mette in luce per le sue spiccate doti intellettive. Crescendo sviluppa un pensiero del tutto autonomo che contrasta con le credenze del cristianesimo, motivo per il quale nel 1576 è costretto a lasciare i confratelli e dar inizio a quell'eterno peregrinare che caratterizzerà la sua esistenza. Nel 1581 giunge a Parigi, si presenta come un mago e si mette in evidenza con lezioni pubbliche arrivando a farsi notare perfino dal re Enrico III. Bruno è il più alto rappresentante di quella tradizione ermetica rinascimentale che conobbe l'exploit quando, nel 1463 a Firenze, il dotto Marsilio Ficino tradusse in latino dal greco il Corpus Hermeticum, una serie di trattati attribuiti erroneamente a Ermete Trismegisto, costui era ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa come il primo trai Prisci Theologi, i pagani che in tempi antichi avevano profetizzato l'avvento della fede in Cristo. Ermete era considerato il più illustre, il più antico e contemporaneo addirittura di Mosé. I trattati attribuiti all'antico profeta in realtà avevano ben poco a che spartire con il cristianesimo, erano intrisi di magia nella descrizione dell'antico credo egiziano. La religione ermetica era estremamente personale, intima, opposta all'esteriorità delle pratiche e dei riti delle professioni ufficiali rinascimentali.
Gli ermetici e i neoplatonici
Quando nei primi anni ottanta il Nolano giunse a Parigi, esordì con due importanti trattati sull'arte della memoria: il De Umbris Idearum e il Cantus Circaeum, entrambi datati 1582. L'arte mnemonica affonda le sue radici nell'età classica, nel rinascimento tornò in auge presso gli ermetici e i neoplatonici che la legarono strettamente all'astrologia e alle immagini cosmologiche, Bruno la condusse verso i suoi massimi livelli e più alte potenzialità. In queste prime sue pubblicazioni i testi presentano già la tipica forma dialogica che caratterizzerà i suoi più illustri lavori inglesi, carichi di brillante e originale vena narrativa, audace sarcasmo e lucida esposizione dei concetti ermetici fondamentali.
Religione egiziana
Per Bruno proprio nella magia consisteva il cuore pulsante di quell'antica verità, di quella religione egiziana nata con Ermete Trismegisto, e descritta in modo così superbo nelle pagine dell'Asclepius, uno dei trattati del Corpus Hermeticum tra i pochi ad essere stato tradotto in latino già nei primi secoli dopo Cristo. Nelle pagine di questo scritto risultava espressa la profezia dell'avvento della vera religione, se i cristiani la rintracciavano nel proprio credo, Bruno pensava al ritorno all'antica religione magica, secondo un modo di vedere la storia tipico del rinascimento: l'avvenire ciclico delle cose, per cui il progresso sarebbe andato a corrispondere con un ritorno al passato, all'età dell'oro. Giordano Bruno pensava di avere riconosciuto il segno celeste che avrebbe annunciato l'avvento della profezia, questo consisteva nei risultati della Teoria copernicana.