Introduzione
Nell'antichità si credeva che il cielo fosse semplicemente la dimora degli dei; nonostante questo molti studiosi greci adottarono un metodo di approccio scientifico nei confronti dei misteri celesti. Poiché il Sole, la Luna e tutti gli altri pianeti visibili parevano ruotare attorno alla Terra, si dedusse che questa fosse il centro dell'universo. Nei secoli successivi questo tipo di modello acquisì sempre più il valore di dogma di fede. La Chiesa, infatti, aveva adottato il modello geocentrico in quanto esso si adattava bene al racconto della creazione; chi non abbracciava tale idea era considerato eretico e, come tale, veniva perseguitato. All'inizio del XVI secolo, tuttavia, l'astronomo polacco Mikolaj Kopernik (italianizzato in Niccolò Copernico), all'interno del suo "De revolutionibus orbium caelestium", propose la tesi di un universo con al centro il Sole, sostituendo il sistema geocentrico con quello eliocentrico, come già ipotizzato da Aristarco di Samo. Il libro di Copernico era rivoluzionario per più di un motivo. Esso, infatti, oltre a propugnare nuove idee, contraddiceva del tutto la visione del creato della Chiesa. Lo scienziato, però, morì prima che il suo saggio venisse pubblicato, rimanendo appannaggio solo di pochi. Bisognerà attendere l'inizio del Seicento prima di poter avvalorare queste tesi: sarà, infatti, con Galileo Galilei che nascerà la nuova astronomia moderna.
Il modello semi-eliocentrico di Tycho
Durante quel secolo, difatti, si erano verificati molti avvenimenti e si stavano diffondendo nuove teorie, sostenute da un numero crescente di astronomi, nonché avvalorate da scoperte scientifiche e dall'evoluzione di una metodologia di studio più scientifica. Il danese Tyge Brahe (conosciuto anche come Tycho), nel frattempo, aveva fornito una più accurata descrizione delle stelle e dei pianeti, proponendo un modello semi-eliocentrico, un sistema spurio nel quale tutti i corpi celesti ruotavano attorno al Sole, che tuttavia ruotava attorno alla Terra, la quale continuava a essere il centro dell'universo.
Il sostegno di Keplero alle teorie copernicane
Tra i discepoli di Brahe c'era il miglior matematico dell'epoca, il tedesco Johannes Kepler (detto Keplero), che abbracciò le teorie copernicane, ponendosi in disaccordo con le teorie del maestro. Egli dimostrò che le orbite percorse dai pianeti non erano circolari, ma ellittiche, andando contro le teorie astronomiche della Chiesa di Roma. Fin dall'antichità, infatti, si era ritenuto che i corpi celesti, ritenuti divini e quindi perfetti, dovessero muoversi lungo cammini perfetti, dunque lungo circonferenze perfette.
Le osservazioni astronomiche di Galileo Galilei
Proprio in questo periodo Galileo Galilei rivolse il proprio telescopio verso il cielo. Egli osservò Giove, con i suoi quattro satelliti, e le fasi di Venere. Capì, inoltre, che le stelle erano enormemente più lontane dei pianeti e si convinse del fatto che la teoria di Copernico fosse corretta. La Chiesa considerò il pensiero di Galileo eretico, bandendone tutti gli scritti e le teorie. Dopo essere stato costretto ad abiurare, il grande scienziato concluse la propria vita nell'eremitaggio della sua casa-osservatorio di Firenze.