Cerchiamo con un esempio figurato di capire la trasformazione dell'energia. Immaginate di aver disposto in modo ordinato delle biglie nella vostra stanza. Se, a vostra insaputa, un vostro amico entra nella stanza e si mette a giocare, può spargere le biglie. Al vostro rientro, andrete a raccogliere le biglie che avranno cambiato posizione. Poiché voi conoscete il numero iniziale delle biglie, se quelle che avete raccolto non corrispondono al numero iniziale, non dovrete fare altro che cercare con attenzione dove siano andate a finire le biglie mancanti. Questo esempio vuole dimostrare che, quando si determina l'energia a disposizione di un sistema fisico (nell'esempio del passo precedente, la stanza), essa può trasformarsi in altre forme di energia. Il suo valore totale, però, rimane costante. Questo a condizione che, come accaduto alle biglie, riusciamo ad individuare le trasformazioni subite dall'energia. Questo è uno dei più importanti principi della fisica, anzi uno dei pilastri su cui poggia tutta la fisica (sia classica che relativistica). In pratica, quando sembra che il principio di conservazione dell'energia non sia rispettato, significa che siamo noi a dover ricercare le possibili trasformazioni che l'energia ha subito. Quando il sistema in cui operiamo è chiuso, cioè non può comunicare con "l'esterno" in nessuna maniera, non ci sono vie di fuga per l'energia, ma non è detto che si mantenga sempre uguale a se stessa. Se una pallina lanciata a velocità costante su un piano infinito e senza attriti proseguirà all'infinito, la stessa pallina in un sistema chiuso su un piano con attrito si fermerà, ma solo perché una parte della sua energia viene dispersa in calore, che però resta sempre nell'ambiente chiuso in cui stiamo operando.