Filosofia: il pensiero di Keplero

Tramite: O2O 15/06/2017
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Introduzione

Con Keplero la matematica non fornisce più soltanto uno schema geometrico per la costruzione del sistema astronomico, ma gli strumenti necessari per definire con estrema precisione le leggi che regolano i moti celesti. Keplero, aumentando la connessione fra matematica e astronomia, cercherà di spiegare in modo più scientifico e meno filosofico, rispetto ai suoi predecessori, le leggi che regolano i moti celesti. Sono moltissime le informazioni in merito a questo importante argomento filosofico, infatti all'inizio potrebbe sembrarvi alquanto complicato, in realtà vedrete che con un po' di impegno e molta attenzione riuscirete a comprendere tutti i dettagli più importanti ed utili. Naturalmente, impegnandovi da soli non avrete la necessità di prendere delle costose lezioni private, quindi avrete l'opportunità di risparmiare il vostro denaro. A questo punto, non vi rimane che continuare a leggere con molta attenzione le semplici indicazioni riportate nei successivi passi di questa interessante guida, per apprendere quante più informazioni possibili in merito ad un importante argomento di filosofia: il pensiero di Keplero.

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Prima legge:

Nella prima legge, smentendo Galileo, Keplero afferma precisamente che i pianeti ruotano attorno al Sole seguendo orbite ellittiche, di cui il Sole occupa esattamente uno dei fuochi. L'ellisse risulta essere esattamente una figura geometrica bidimensionale, paragonabile a un cerchio schiacciato, formata dai punti di un piano le cui distanze da due punti fissi, detti fuochi, hanno somma costante. Le orbite ellittiche dei pianeti sono ellissi poco schiacciate, vicine alla circonferenza.
In ambito filosofico, da un'opera intitolata precisamente "Mysterium cosmographicum", si evincono le sue convinzioni pitagorico-platoniche. L'idea di un'armonia precostituita nell'universo viaggia insieme all'idea di mistero in essa contenuta di stampo platonico, svelabile, secondo Keplero, attraverso la matematica.

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Seconda legge:

Nella seconda legge partendo dall'idea che se il Sole rappresentasse Dio e muovesse tutti i pianeti circostanti intorno alla propria forza, dimostra le dimensioni dei pianeti e il loro moto, riuscendo ad avvicinarsi ad un risultato piuttosto accettabile anche per i nostri tempi, in cui con macchinari e calcoli ben più precisi conosciamo con netta precisione la grandezza di ogni corpo celeste. Queste convinzioni filosofiche lo spingono a basare le proprie ricerche sulla base di convinzioni etiche, morali e religiose, usando precisamente la matematica come prova inconfutabile di una teoria e non il contrario come dovrebbe essere per uno scienziato.

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Terza legge:

Infine, nella terza legge sostanzialmente Keplero ripete esattamente ciò che espone nella seconda legge spiegata nel precedente passo, ma in modo più dettagliato, spiegando che i pianeti più vicini al sole e alla sua forza attrattiva, hanno un moto estremamente più rapido. In secondo luogo spiega che è proprio attraverso il movimento del Sole, unica forma animata e rappresentante di Dio, che i pianeti restano sulle proprie orbite e continuano a ruotargli intorno. Le sue spiegazioni, per quanto sostanzialmente esatte, si muoveranno sempre fra la metafisica e la fisica.
Solo con Newton ci si affiderà completamente alla fisica e si avranno teorie più solide sotto tutti i punti di vista.

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