Nelle sue opere Galileo critica fortemente gli aristotelici per tre motivi: innanzitutto perché secondo lui non sono tanto i discorsi quanto i fatti a dare certezza, in secondo luogo non è l'essenza metafisica della realtà ma è l'esperienza a portarci alla verità e in terzo luogo egli fa una critica metodologica affermando la scorrettezza del sillogismo. Per quanto riguarda il rapporto con la Chiesa, egli prima dell'abiura, affermava che le sue scoperte non contraddicevano i testi sacri, in quanto egli crede che il testo sacro si occupa dell'ambito morale e non scientifico, essa quindi non doveva essere letta in modo letterale: "la bibbia insegna come andare in cielo e non come è fatto il cielo".