Il termine positivismo è stato coniato dal teorico filosofico Henrì de Saint-Simon per definire e affermare un approccio scientifico, ch'egli riteneva necessario utilizzare, rispetto i problemi d'ordine politico e sociale. Sull'onda dell'orgoglio progressista e con l'intento di migliore le condizioni di vita del proletariato, de Saint-Simon scrive, nel 1823, "Catechismo degli Industriali". Le idee di de Saint-Simon erano condivise da molti, infatti, nel 1830, Auguste Comte, filosofo e sociologo, scrisse "Corso di filosofia positiva". Il termine positivismo oggi è utilizzato per definire un movimento filosofico e culturale portato avanti da intellettuali e, per lo più, borghesi, caratterizzato da una spinta, forse idealista, di cambiamento sociale e politico. Il pensiero positivista è stato utilizzato per analizzare problemi di natura sociale, sociologica, pedagogica, economica, politica e morale.
In opposizione, il decadentismo non è un termine scelto da un intellettuale per definire un pensiero. Al contrario nasce per screditare, in questo caso, un intero movimento letterario diffusosi in Francia come in tutta Europa. Questo termine descrive lo spirito percepito dagli artisti del tempo rispetto ad una civiltà allo stremo. Nel 1886, Anatole Baju fondò il periodico "Le Dècadent", ma prima e contemporaneamente vi erano numerose riviste affollate dai versi e dalle parole di quella che sembrava essere una vera e propria nuova "scuola letteraria.".