Decadentismo: significato, caratteristiche ed esponenti
Introduzione
Il decadentismo è un movimento artistico e letterario che si diffuse in Europa, in particolare in Italia, tra la fine dell'Ottocento e la prima guerra mondiale (1870-1920). La corrente letteraria nasce in Francia alla fine degli anni settanta-ottanta del XIX secolo, in aperta opposizione alla visione positivista e naturalistica che affermava la superiorità del progresso e della ricerca scientifica come motivo dell'evoluzione della società. Storicamente, il Decadentismo si è sviluppato durante la seconda rivoluzione industriale, dominata dalle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche, dal colonialismo europeo e dallo sviluppo di idee fortemente nazionalistiche. Di seguito analizzeremo il significato, le caratteristiche e gli esponenti del Decadentismo.
Occorrente
- Testo di letteratura
Il significato del Decadentismo
Con il termine Decadentismo si fa riferimento a un movimento artistico e letterario europeo, che prende il nome da una famosa rivista francese, Le décadent, sulla quale compariva la seguente frase, divenuta il simbolo del movimento letterario: "Je suis l'empire à l'empire à la fin de la décadence" ("Io sono l'impero alla fine della decadenza"). Il termine aveva inizialmente una connotazione negativa, con la quale si faceva riferimento alla nuova generazione di poeti maledetti che fece scandalo per il rifiuto esplicito della morale borghese e positivista. Ha poi assunto anche una valenza positiva, ovvero il Decadentismo inteso come nuovo modo di pensare, di diversità ed estraneità rispetto alla società contemporanea.
Le caratteristiche del Decadentismo
La principale caratteristica del decadentismo è la negazione della razionalità come fonte assoluta di conoscenza. Secondo gli autori decadenti, il positivismo e il razionalismo che avevano dominato la società ottocentesca non avevano saputo dare risposte soddisfacenti ai mali della società contemporanea. Per questo motivo, vennero messi in discussione gli ideali della società borghese del XIX secolo.
Altra caratteristica notevole del movimento è il ritorno all'individualismo. In contrasto con la visione positivista, i decadentisti ritengono che non c'è una realtà univoca e reale, ma che la realtà varia da individuo a individuo, in quanto dipende dalla percezione che l'individuo stesso ha. Per questo la realtà può essere descritta solo soggettivamente, tendendo verso se stessi e il proprio individualismo.
Gli esponenti del Decadentismo
I primi esponenti del Decadentismo furono gli scrittori simbolisti, secondo i quali la poesia è una forma di rivelazione: Charles Baudelaire è il rappresentante più significativo del decadentismo francese, insieme a Paul Verlaine, Stéphane Mallermé e Arthur Rimbaud.
Poco dopo si stabilisce in Germania con Stefan Gorge e Rainer Maria Rilke; e in Inghilterra, grazie a Oscar Wilde e William Butler Yeats.
In Italia il movimento decadente emerse alla fine dell'Ottocento, ma è nei primi decenni del Novecento che ha rappresentato in modo più intenso e consapevole le diverse correnti artistiche espresse dai principali autori italiani. In particolare, in Italia si possono distinguere due periodi del Decadentismo: il primo, sviluppatosi a partire dalla fine dell'Ottocento e incarnato in autori come D'Annunzio, Pascoli e Fogazzaro; mentre il secondo, che caratterizza il primo ventennio del Novecento e rappresentato da Pirandello e Svevo, è più attento a criticare la realtà in modo lucido, distruttivo e profondo.