Come vivono le piante
Introduzione
Le piante sono organismi viventi e, come tali, necessitano di energia per poter svolgere le proprie funzioni. Tra queste ricordiamo quelle basilari quali la crescita, la fioritura e la produzione di frutti. Necessitano, inoltre, di comunicare con l'ambiente circostante in modo da poter reagire correttamente ad ogni mutazione delle condizioni esterne. Spesso sottovalutati, i vegetali hanno una intelligenza invidiabile e sono responsabili della sopravvivenza di tutte le specie animali, pur essendo considerate il gradino più basso della catena alimentare. Pensare alle piante quasi come dei soprammobili è profondamente sbagliato poiché è stato dimostrato scientificamente come le cellule vegetali siano in grado di avere attività al loro interno simile a quella delle cellule animali. In questa guida vedremo come vivono le piante, come si accrescono, come si nutrono e come funziona il loro ciclo vitale.
La nutrizione
La nutrizione delle piante sfrutta la conversione di molecole in zuccheri, in un processo noto come "fotosintesi clorofilliana" a cui si aggiunge un altro processo chimico di conversione detto "respirazione cellulare".
Nello specifico, 6 molecole di anidride carbonica si combinano con 6 molecole d'acqua in presenza di luce solare per dare una molecola di glucosio e 6 di ossigeno. Lo zucchero prodotto funge da nutriente ed è coinvolto anche nella regolazione di alcuni geni che favoriscono o inibiscono la proliferazione e la crescita della stessa pianta. Il biochimico B. Moore della Clemson University ha potuto dimostrare che il glucosio funge anche da ormone capace di modulare l'espressione genica sia in favore di una fioritura rigogliosa che del processo di invecchiamento. L'altro prodotto di reazione, l'ossigeno, servirà agli organismi animali per la vita sulla Terra.
Il ciclo vitale
Il ciclo vitale delle piante presenta delle particolarità. La prima, estremamente rilevante, riguarda l'alternanza delle generazioni: ogni pianta, infatti, genera due individui pluricellulari noti come "sporofito" e "gametofito". Mentre il primo è diploide (ossia possiede due copie di ciascun cromosoma), il secondo è aploide (possiede una sola copia del corredo genetico). Lo sporofito produrrà poi spore (cellule riproduttive aploidi che andranno incontro a mitosi e citodieresi per poter generare un gametofito e quindi un nuovo individuo) mentre il gametofito produrrà gameti. Questo particolare tipo di ciclo viene chiamato "aplodiplonte" ed è una caratteristica comune a tutte le piante. Tuttavia, mentre in alcune prevarrà la via che porta alla produzione del gametofito, come nel caso delle briofite (muschi), in altre viene favorito il percorso che porta alla nascita dello sporofito (tipico di felci o pteridofite, angiosperme e gimnosperme).
La comunicazione con l'ambiente
Il neurobiologo Stefano Mancuso dell'università di Firenze ha studiato come le piante comunicano con l'ambiente. Senza ombra di dubbio le piante si sviluppano e si difendono dai predatori grazie ad una propria intelligenza. Pur non possedendo un sistema nervoso centrale e periferico paragonabile a quello di persone ed animali, queste riescono a comunicare con l'ambiente esterno tramite gli apici delle radici. Grazie a queste ultime, ogni pianta ha sviluppato la capacità intrinseca di riconoscere sia i membri della propria famiglia che le altre forme di vita vegetale. Questo meccanismo, forse, indica alla pianta sia la sua precisa posizione che quella di eventuali sostegni verso i quali aggrapparsi tramite i germogli. Le piante non sono immobili, ma pur più lentamente di noi (tanto che non ce ne accorgiamo) attuano le loro strategie per sopravvivere. Il girasole è un esempio semplice per capire come la pianta comunichi con l'ambiente: i girasoli più giovani si spostano seguendo i raggi solari secondo un ritmo circadiano interno che causa una crescita asimmetrica dello stelo.
La difesa
Le piante vivono anche di emozioni. Esse avvertono i pericoli, emettono suoni in caso di habitat incompatibili con la vita (sebbene non udibili dall'orecchio umano) e si avvertono reciprocamente circa gli eventi avversi o l'aggressione da parte di erbivori o parassiti. Come se non bastasse, in caso di difficoltà riescono a proteggersi sia in modo diretto, tramite sostanze urticanti o veleni, che in modo indiretto, producendo molecole che attirano il predatore naturale dell'insetto o dell'erbivoro. Le piante hanno una estrema capacità di adattamento alle condizioni avverse dell'ambiente in cui dimorano. Per esempio, gli aghi di pino consentono alla pianta non solo di allontanare alcuni animali ma anche di risparmiare l'acqua e di conseguenza energie durante la stagione invernale.
Guarda il video
Consigli
- Il fatto che le piante siano nate prima delle forme di vita animali è un segno della loro grande capacità di adattamento.