Come tradurre le preposizioni subordinate latine
Introduzione
In lingua latina, così come anche in italiano, per quanto riguarda l'analisi del periodo, le proposizioni subordinate (chiamate anche proposizioni secondarie) sono frasi dipendenti sia dal punto di vista grammaticale che logico da un'altra frase, che può essere autonoma e indipendente (in questo caso è detta allora proposizione principale) o può a sua volta essere subordinata (ed in tal caso è detta proposizione reggente o sovraordinata). Di seguito vedremo come tradurre in latino alcune tra le più comuni proposizioni subordinate, come le proposizioni causali, finali, modali, concessive, temporale, interrogativa indiretta. Le subordinate generalmente sono introdotte da pronomi, avverbi, locuzioni, e preposizioni.
La proposizione causale
La proposizione causale è una subordinata che esplicita - come dice appunto il nome stesso - la causa o il motivo di ciò che viene espresso dal verbo della proposizione principale. In latino tale proposizione si traduce con le congiunzioni quia, quoniam, quod + il verbo indicativo (se è una causa oggettiva) o il verbo al congiuntivo (se è una causa soggettiva).
La proposizione finale
È una subordinata che indica lo scopo o fine dell'azione espressa dal verbo della proposizione reggente. In latino si traduce con le congiunzioni ut - ut non - ne - quo seguite dal congiuntivo presente o imperfetto (a seconda della consecutio temporis) oppure con il participio presente o futuro.
La proposizione modale
Indica il modo o la maniera in cui viene svolta l'azione espressa dal verbo della proposizione principale. In latino può essere resa con il verbo all'indicativo introdotta delle preposizioni ut, velut, sicut, quemadmodum, utcumque oppure con il participio presente.
La proposizione concessiva
Indica la circostanza nonostante la quale si svolge l'azione del verbo della proposizione principale. In latino è resa con quamquam, etsi, tametsi e il verbo indicativo se la circostanza è reale, oppure con quamvis, licet, ut, etiamsi, ut non, cum e il congiuntivo, se la circostanza è eventuale e/o ipotetica. Un altro modo di tradurre la concessiva è utilizzando l'ablativo assoluto oppure la relativa impropria di natura concessiva.
La proposizione temporale
Indica la circostanza temporale nella quale si svolge l'azione del verbo della proposizione reggente. In latino si traduce con l'ablativo assoluto o con il verbo al modo indicativo retto dalle locuzioni cum, antequam o postquam a seconda se vi sia contemporaneità, anteriorità o posteriorità rispetto al verbo della reggente.
La proposizione interrogativa indiretta
Esprime un dubbio o una domanda in forma indiretta. Si traduce con pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi seguiti dal modo verbale congiuntivo. Il tempo verbale segue, come sempre in latino, la consecutio temporis della contemporaneità, anteriorità o posteriorità dell'azione della proposizione subordinata rispetto a quella reggente.